LE OPINIONI
LE OPINIONI DI OGGI
Veron@ quotidiano - edizione del  4 ottobre 2001

Propaganda, propaganda, propaganda

Sulle distorsioni dell'appello di Dario Fo, Franca Rame e Jacopo Fo

 

di Flavio Filini

In questi giorni di eccitazione e follia dopo l'attentato di New York sembra che parlare di pace sia come esaltare il terrorismo. L'esempio piu' evidente e' stato il putiferio suscitato dall'appello di Dario Fo, Franca Rame e Jacopo Fo.
Il Corriere della sera ha pubblicato un articolo che distorceva il senso dell'appello. Di seguito i soliti giornalisti da scrivania incapaci di un clic di controllo (www.francarame.it) hanno commentato i commenti e raccolto altri commenti e pareri senza consultare il testo originale.

Per i pigri riportiamo il testo originale dell'appello e una lettera di risposta degli autori dopo la campagna di diffamazione che li ha colpiti.

Diffidate di giornali e giornalisti troppo frettolosi ... nessuno e' perfetto (a parte il Direttore Responsabile di Veron@ quotiano ovviamente :-)

*****
 
Dario Fo & Franca Rame News Il C@C@O della domenica

13 Settembre 2001 Edizione straordinaria

Dai una possibilità alla pace!!!

Quello che è successo indurrebbe al panico, al silenzio, alla disperazione.
Il mondo è stato colpito da un ennesimo crudele massacro.
Ma è necessario, anche se doloroso, parlare.
Cercare di capire. La prima osservazione che ci viene alla mente è l'assurdo che esplode fuori dal televisore.
Davanti a questo dramma il mondo si è arrestato attonito.
Ma non tutti. Le borse del mondo non si sono fermate neppure un secondo, hanno continuato a far soldi, a cercare utili selvaggi. Anzi hanno intensificato il ritmo. La gente ancora urlava appesa ai grattacieli in fiamme, prima che crollassero, e già i grandi broker gridavano nei loro cellulari: "Compra petrolio! Vendi tutto! Compra petrolio!" e mentre i titoli azionari perdevano il 10% in pochi minuti il petrolio saliva di 10 dollari al barile e i furbi facevano utili di miliardi di dollari.
E mentre i presidenti di tutti i paesi europei si apprestavano a esprimere il loro cordoglio, i loro banchieri succhiavano decimali al dollaro e finalmente l'euro segnava un bel po' di punti a suo favore. Nessuno ha pensato di chiudere le borse per decenza e rispetto ai cadaveri ancora freschi. La belva feroce del capitalismo affondava felice i suoi denti nelle carni dei morti e fortune luminose si sono costruite in poche ore.
E non c'è da stupirsi. I grandi speculatori sguazzano in un'economia che uccide ogni anno decine di milioni di persone con la miseria, che volete che siano 20 mila morti a New York?
Altra immagine agghiacciante: la gente per strada, nei quartieri palestinesi, dilaniati dalla guerra civile, che festeggiavano il massacro.
Gente che ha un morto in ogni famiglia e che non riesce più a vedere l'assurdità della morte, di qualsiasi morte. Il sistema della violenza, dello sfruttamento, del genocidio organizzato dei poveri cristi genera insensibilità alla violenza. Genera la logica della vendetta.
Quasi ogni giorno, da anni, gli aerei Usa bombardano l'Iraq, uccidendo donne e bambini, col pretesto di eliminare impianti radar. E le televisioni occidentali non si degnano neppure di riportare la notizia.
Quella è gente spazzatura, muoiono a migliaia per gli effetti dei proiettili all'uranio che hanno contaminato la loro terra, muoiono perché mancano le medicine a causa dell'embargo, nel silenzio carico di disprezzo dei media occidentali.
Le lacrime di oggi dei commentatori televisivi sono vergognose perché seguono al silenzio decennale sui crimini dell'occidente cristiano.
E' terribile ma è così: la disperazione genera la follia della vendetta. Una vendetta che non serve a nulla, una vendetta che porterà altri massacri tra i diseredati del mondo.
E attenzione: questo orrendo massacro di ieri, non è stato realizzato schiacciando un bottone su un aereo che vola sicuro ad alta quota. Qui ci sono decine di persone che sono diventate talmente pazze da suicidarsi tutte assieme pur di colpire "i diavoli bianchi".
Questa misura della disperazione dovrebbe fare riflettere. Questa giornata di terrore dovrebbe avere insegnato ai cultori della forza dell'uomo bianco che non esiste sicurezza e pace per nessuno in un mondo dove il massacro e la prevaricazione sono la legge. E' ormai un fatto. Le moderne tecnologie rendono talmente potenti gli individui che nessun sofisticato sistema di sicurezza può proteggere.
Non è più possibile, neppure per i nordamericani ricchi, credere di essere al sicuro. Non c'è nessun posto dove si possa stare al sicuro. Il cane feroce della follia può azzannare chiunque ovunque. I telegiornali si stupiscono (idioti) che i super controlli Usa non abbiano impedito a 4 aerei di essere dirottati per essere usati come bombe gigantesche e colpire i luoghi più protetti del mondo.
Non vogliono capire che le moderne tecnologie e l'affollamento incontrollabile delle città, offrono decine di modi di fare massacri. Questi orrendi attentati hanno ridicolizzato le pretese di Bush di costruire uno scudo stellare. Oggi hanno usato aerei, ieri gas nervino in Giappone, bombole del gas a Mosca! Domani basterà urlare:"C'è una bomba!!!" in uno stadio per provocare una strage.
Un paese moderno non può garantire la sicurezza senza strangolare completamente la "vita normale" dei cittadini. Non c'è modo. Nessuno può tenere milioni di  persone chiuse in casa. L'unica garanzia di sicurezza per il mondo ricco è sanare le ferite sanguinanti della fame e del sopruso. Sennò si crea un humus sociale drammatico che non può che portare alla violenza più folle. Attenzione: non si può dire, in questo momento, chi abbia armato la mano dei kamikaze. Estremisti islamici? Estremisti di destra americani? Sionisti pazzi? Chi lo sa? L'attentato di Oklaoma, il più grande massacro terroristico avvenuto fino a ieri, fu imputato ai terroristi islamici e poi si scoprì essere opera di terroristi bianchi e fascisti che volevano provocare una reazione anti islamica.
Si potrebbe anche scoprire che dietro al massacro di ieri ci siano tutte le fazioni terroristiche e tutti i servizi segreti, uniti nel comune intento di gettare la società civile nel caos...
Una cosa è certa: al di là di chi siano gli esecutori materiali del massacro questa violenza e' figlia legittima della cultura della violenza, della fame e dello sfruttamento disumano. Questa violenza, queste morti, rendono immensamente felici coloro che hanno guadagnato milioni di dollari in poche ore speculando sul prezzo del petrolio, i mercanti di armi e i capi terroristi brindano ebbri di felicità insieme ai generali e agli ammiragli, stanchi di questa pace strisciante che minaccia ogni giorno lo stato di guerra e i profitti fatti sulle mine antiuomo.
Domani i caccia bombarderanno qualche villaggio sperduto uccidendo civili inermi con la scusa di fare giustizia dei colpevoli e le lobby delle iene spingeranno per dare dignità alle spese militari.
"Gli Stati Uniti devono rispondere immediatamente a questa aggressione!" Urlava un cretino della strada e le sue parole sono state rilanciate da migliaia di telegiornali in tutto il pianeta. "Rappresaglia!" Urla Bush, il boia del Texas.
Colpiranno, faranno 10 morti con la pelle olivastra per ogni cadavere bianco. E qualcuno proporrà di reagire con manifestazioni di piazza e di nuovo la polizia farà dei morti.
Deve essere chiaro a tutti che questo è un momento gravissimo. E' una nuova forma di guerra strisciante quella nella quale ci vogliono portare. Il partito della pace ha una sola possibilità: continuare caparbiamente a lavorare con gli strumenti della pace. Affermare con tutta la forza possibile che possiamo ed è necessario togliere il nostro appoggio economico alle multinazionali della morte. Oggi più che mai la scelta individuale di milioni di persone è l'unico strumento possibile, l'unica strategia vincente. Togliamo i nostri soldi dalle banche che finanziano la vendita delle i nostri soldi l'economia del dolore, smettiamo di comprare il carburante della Esso, i prodotti della Nestlè, smettiamo di bere Coca Cola, di mangiare Mac Donald's, convertiamo le nostre auto a olio di colza e a gas, mettiamo i nostri risparmi sui fondi di investimento etico, abbandoniamo le assicurazioni colluse col sistema della morte, non compriamo auto da chi produce mine antiuomo, non compriamo scarpe da chi tiene in schiavitù i bambini, non mangiamo i cibi della chimica, abbandoniamo i marchi della cultura del profitto a tutti i costi. In questi anni abbiamo lavorato con successo per dimostrare che è possibile consociare i nostri consumi, risparmiare, avere prodotti migliori e, contemporaneamente, boicottare il mercato della morte rifiutandoci di portare i nostri soldi al loro mulino. Oggi queste scelte non sono più solamente giuste e convenienti, sono anche urgenti e irrimandabili. Ti chiediamo di fare un gesto, subito, ora. Non c'è più tempo per pensarci sopra. La locomotiva  del capitalismo selvaggio sta accellerando la sua velocità, punta con determinazione assoluta verso la guerra e la distruzione del pianeta. L'unica possibilità è tagliarle i rifornimenti di carburante. Subito.
Il mondo è governato dal denaro.
I soldi sono l'unico argomento al quale i potenti siano sensibili.
Dai una possibilità alla pace. Subito. Inizia tu. Non aspettare che lo facciano gli altri. Ogni lira che togli ai signori del mondo è un respiro che regali all'umanità.

Voti ogni volta che fai la spesa!

Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo

******

16 Settembre 2001

Volete i colpevoli? Seguite i soldi!

Innanzi tutto vorremmo ringraziare le migliaia di lettori che hanno preso la nostra mail "Diamo una possibilità alla pace" e l'hanno incollata in centinaia di forum e rispedita a migliaia di amici. E' una cosa che ci ha molto colpito e che alla fine ha imposto ad alcuni quotidiani di riprendere a loro volta il testo, in alcuni casi mistificando gravemente... Primo fra tutti il Corriere della Sera che è arrivato a invertire l'ordine delle frasi citate allo scopo di stravolgere il senso del nostro discorso. Così sono riusciti addirittura a titolare: Dario Fo e Franca Rame:"Uccide più la speculazione", facendoci passare per persone ciniche e senza nessun senso di umanità, alle quali poco importa di tutti i morti di queste orrende stragi. Ma è tutto un balletto di imbrogli e il quadro, che sembrava così lineare, sta confondendosi sempre più. Bush, dopo le prime dichiarazioni nelle quali parlava di "azioni militari chirurgiche", ha cominciato a dare per scontato che in questa guerra accadrà anche di sbagliare e quindi causare la morte di vittime innocenti nella popolazione.
Lo scenario futuro appare più che allarmante. La Nato potrebbe colpire Afganistan e Iraq. I russi potrebbero approfittare della situazione per regolare i loro conti aperti con i ribelli musulmani ceceni. Lo ha ipotizzato Alan Fridman in un dibattito televisivo e Caracciolo, direttore di Limes, ha aggiunto che i cinesi potrebbero anch'essi cogliere la palla al volo e usare la mano pesante con la loro minoranza musulmana che è già sul piede di guerra nel sud ovest di quel paese. L'India a quel punto non avrebbe scrupoli a schiacciare l'opposizione musulmana in Kashmir e noi aggiungiamo che anche Sharon, finalmente, avrà il via libera per l'eliminazione di Arafat e così si risolverà la fastidiosa questione palestinese. Insomma approfittando dell'orrore provocato dai massacri di New York e del Pentagono potrebbero realizzare un regolamento di conti generale con l'Islam, diventato ormai il nemico pubblico numero uno. Il nuovo Impero del Male.
A nessuno importa che i musulmani moderati siano centinaia di milioni e siano addolorati quanto noi per l'ecatombe di questa settimana. Già negli Usa si picchiano gli arabi per strada e si assaltano le moschee.... I teorici del terrore contro il terrore non si rendono conto che rischiano di organizzare la più grande campagna di reclutamento di kamikaze islamici che sia mai stata messa in opera.
Giulietto Chiesa, giornalista della Stampa, ha notato un aspetto non secondario di tutta la vicenda. L'Afganistan è uno dei primi produttori di oppio del mondo. La droga, che viene esportata in Pakistan, ha un valore stimato in miliardi di dollari, migliaia di miliardi di lire. Un quantitativo di denaro enorme che viene ripulito nei paradisi fiscali e reinvestito in speculazioni finanziarie e altre attività legali grazie alla collaborazione di alcune delle più importanti banche del mondo. E ora salta fuori che nei giorni immediatamente precedenti l'11 settembre c'è stato un crollo delle quotazioni delle assicurazioni Usa.
Le stesse che ora devono pagare i danni immensi provocati dalle esplosioni e dalla paralisi economica che le ha seguite. Le autorità Usa hanno aperto un'inchiesta e pare proprio che enormi gruppi finanziari fossero a conoscenza del fatto che qualche cosa di terribile stava per succedere. E si sono messi a svendere tutte le azioni che avevano in mano e a scommettere sul crollo del settore. Si può pensare al miliardario Bin Laden e ai soldi dell'oppio afgano ma non bastano, in questa speculazione sulle azioni delle assicurazioni si sono mosse quantità di denaro ancora più grandi. Tanto grandi che il crollo è avvenuto prima degli attentati e non dopo. E ora viene anche fuori che qualcuno nei servizi segreti Usa e Nato, sapeva di un piano terroristico, si era a conoscenza anche del fatto che avrebbero colpito intorno a settembre... E Bin Laden lo  aveva annunciato in un'intervista addirittura alcuni mesi fa: ci sarebbe stato "the big one" (il grande evento) gli agenti speciali Usa stavano perfino pedinando alcuni kamikaze, poi li hanno persi... E non dimentichiamo che il terrorista che ha rivendicato i massacri con una telefonata, per dimostrare di non essere il solito mitomane, ha fornito un'informazione molto speciale: il nome in codice del presidente Usa. Uno dei segreti teoricamente meglio custoditi del mondo, il nome in codice viene cambiato oltretutto quasi quotidianamente. Come poteva saperlo? Devono avere agganci perfino all'interno del sistema di sicurezza di Bush... Analizzando tutti questi elementi, la situazione ci appare molto più complessa e contraddittoria di come ce la vogliono raccontare. Non sarà possibile battere il terrorismo senza tagliare i ponti tra questo e la grande finanza internazionale, senza chiudere il sistema di paradisi fiscali e segreti bancari che fanno tanto comodo ai padroni del mondo. Bonificare le zone grigie della finanza internazionale sarebbe uno straordinario passo in avanti nella battaglia contro il terrorismo. Molto più efficace che bombardare Kabul ma costerebbe qualche sacrificio anche alle grandi multinazionali, alle grandi banche, ai grandi speculatori che nei paradisi fiscali ci sguazzano.

Se sparando a un terrorista colpisci per sbaglio un bambino va bene. Ma di rischiare di colpire il portafoglio un banchiere non se ne parla neanche.. La prima regola nel grande gioco è gioca con i fanti e lascia stare i santi.

Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo
 

Torna su
  
La riproduzione, anche parziale, degli articoli è vietata. Veron@ Reg. Trib. Verona n° 1292 - 13.11.97
www.infoverona.it