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Ciclismo, il mondiale torna a Verona
Si terranno a Verona e Bardolino i mondiali di ciclismo su strada del 2004. L'ha deciso ieri mattina il direttivo dell'Uci , Unione Ciclistica Internazionale, riunito a Lisbona. Verona ha battuto la concorrenza spagnola, irlandese e di altre tre localita' italiane, il Piemonte, Imola e Caneva. Il voto non ha avuto storia: 8 voti per Verona e Bardolino, 3 voti per Vallodid. L'amministratore della società organizzatrice, Teofilo Sanson, il presidente del comitato organizzatore, Giovanni Rana, il portavoce, Battista Cailotto, ieri erano a Lisbona, dove hanno vissuto in diretta la proclamazione. Per la prima volta nella storia una città ospita un mondiale di ciclismo ad appena cinque anni dal precedente. La ricettività alberghiera della città ha orientato il direttivo Uci sulla ripetizione della felice edizione del 1999. Prove in linea sulle Torricelle e quelle cronometriche sul lago. Terrorismo, falso allarme al Catullo Scoppia la guerra-non guerra al terrorismo, ma Verona non se ne accorge. Tutto tranquillo in città nei primi due giorni di raid, nessuna preoccupazione di ritorsioni e attentati. Tutto tranquillo anche negli ambienti frequentati da americani, dove ieri si è festeggiato il Columbus Day. Gli unici a tenere alta la guardia sono i componenti del Comitato provinciale per la Sicurezza e l'Ordine Pubblico (in gran parte rappresentanti delle forze di polizia) che il Prefetto ha riunito anche ieri mattina. Aumentati i controlli ai cosiddetti obiettivi sensibili: sedi NATO, acquedotto, aeroporto... Come una manna dal cielo sono piovuti nelle scorse settimane una sessantina di agenti inviati da Roma per i controlli anti rapina nelle ville: adesso saranno impegnati per prevenire attentati. Nel pomeriggio gli unici momenti di apprensione si sono avuti all'aeroporto, dove un velivolo aveva chiesto un atterraggio fuori programma: il pilota aveva sentito rumori sospetti a bordo. Tutto a posto, non c'erano né bombe né terroristi e tutto è tornato alla normalità. Regione: legge regionale per la "cultura di pace" Con l'inversione dell'ordine del giorno, dettata -come stato detto in un'aula- dalle contingenze della situazione internazionale e dalla volontà di affermare l'impegno civile della societa veneta, il Consiglio regionale ha approvato con 42 voti a favore e 6 astenuti il piano triennale per la promozione dei diritti umani, la cultura di pace, la cooperazione allo sviluppo e la solidarietà. Il piano determina obiettivi, priorità, criteri di selezione e di finanziamento delle iniziative rivolte a promuovere una cultura di pace e di sviluppo solidale nel Veneto: all'interno di questa "legge quadro" l'esecutivo veneto varerà piani annuali di attuazione. "Le priorità individuate dal consiglio veneto -spiega il relatore Iles Braghetto (Cdu-Ppe)- sono la sensibilizzazione della societa civile sui temi della pace e dei diritti umani, con particolare attenzione all'informazione dei giovani sul servizio civile, la promozione dell'interculturalità, la sensibilizzazione sulle violazioni dei diritti umani nelle aree di crisi, la promozione e la tutela dei bambini e dei giovani. L'ambito privilegiato degli interventi sarò quello scolastico e le iniziative finanziate potranno essere proposte dalla Regione o da organismi veneti pubblici o privati". "Questo piano disegna un ricco ventaglio di iniziative -ha commentato Maurizio Tosi (Prc) motivando l'astensione del suo gruppo -ma troppo povero di finanziamenti ed di dubbia applicazione". |
Referendum, Verona in controtendenza
Alta affluenza alle urne, a Verona (il 44%), in occasione del referendum costituzionale di domenica, ma i sì hanno vinto con poco scarto rispetto al resto d'Italia: 58-42 rispetto al 67-33% della media nazionale. I commenti, il giorno dopo, si sprecano. Secondo Mauro Tosi, di Rifondazione Comunista, è stato" un voto pericoloso e velenoso in quanto toglie alcuni fondamentali diritti allo Stato per trasferirli alle Regioni con una articolazione disomogenea. Per il socialista dello SDI Elso Resler "I cittadini italiani e i veneti hanno voluto confermare una buona legge". Per il rappresentante regionale dei Comunisti Italiani Severino Galante il referendum "ha avuto un ottimo risultato". "Sono soddisfatto per il risultato del voto di domenica" commenta Flavio Zanonato, dei DS e giudizi positivi arrivano da Insieme per il Veneto. "Domenica è andato a votare un italiano su tre. E di quelli che hanno votato, il 35 per cento ha espresso voto contrario", commenta Paolo Scaravelli di AN. "Il centrosinistra non può certo cantare vittoria per il risultato di questo referendum - commenta invece il veronese Tiziano Zigiotto, Vicepresidente del gruppo consiliare di Forza Italia - Solo due italiani su dieci si sono espressi a favore della riforma costituzionale. Infine, secondo la Liga veneta Lega Nord "con la scarsa affluenza alle urne la gente ha bocciato il referendum e una riforma che ha poco di federalismo".
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