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LE OPINIONI DI OGGI
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Veron@ quotidiano
- edizione del 7 novembre 2001
Comunismo, fondamentalismo e democrazia globali: da che parte
stare?
di Luca Miotti - Segretario associazione "Fratelli Rosselli"
Castelfranco Veneto - Treviso
Dal 1996 in poi il mondo che legge, ascolta e vede si è accorto
che un'accolita di terroristi assassini e golpisti si è impossessata
di un paese, l'Afghanistan, e ha imposto il medioevo civile e culturale.
Non si contano i morti ammazzati per strada non tanto tra gli oppositori,
ma tra i sudditi, uomini donne e bambini, che non obbediscono al diktat
talebano. Non porti la barba lunga? Galera. Non porti il burka? Frustate
in pubblico. Hai un libro in mano? Rischi la pena di morte. Ti prostituisci
perché sei vedova, quindi esclusa dalla società, per procurare
cibo ai figli? Ti portano in uno stadio e davanti a 10 o 20 mila sudditi
ti sparano alla tempia, davanti ai figli che devono imparare. Scuole chiuse,
analfabetismo imposto, donne come bestie da tenere in casa. Donne nascoste.
Sudditi impotenti. La storia recente conosce la barbarie e la ripropone
agli occhi del mondo. La Cambogia degli anni '70, di Pol Pot e dei
Kmer Rossi permeati di ideologia marxista e maoista ha trucidato 1,5 mln
di sudditi, donne uomini e bambini, che non obbedivano al diktat ideologico
comunista. La Cina degli anni '60 e '70, di Mao il "grande timoniere" e
del "balzo in avanti", ha sterminato svariati milioni di contadini e dissidenti,
sudditi, per spalancare porte e fosse comuni all'ideologia comunista.
L'Algeria dal 1992 è attraversata da una guerra civile dominata
dall'offensiva fondamentalista islamica, che sgozza sudditi, donne uomini
e bambini, che non obbediscono al fanatismo omicida del Fronte Islamico
di Salvezza. Risultato a oggi 300 mila sgozzati, trucidati o assassinati.
Il libro nero del comunismo globale e del fondamentalismo religioso globale
non conosce confini, insanguinando l'Africa, l'Asia, l'America Latina e
l'Europa. Il comune denominatore dei regimi comunisti e fondamentalisti
consiste nel negare lo stato di diritto e il rispetto della persona umana
e imporre con la forza della violenza e del sopruso la volontà di
pochi a scapito dell'interesse di molti. In una parola gli individui non
esistono in quanto soggetti di diritti e doveri ma sono dei semplici
sudditi, senza diritti e senza pane. L'alternativa ai regimi comunisti
e fondamentalisti è rappresentata oggi dalle democrazie liberali,
presenti in gran parte dell'Europa Occidentale e in Nord America. In paesi
come gli Stati Uniti d'America o in Italia vige lo stato di diritto che
permette, tra le altre cose, l'esistenza in vita delle opposizioni; la
libertà al dissenso senza finire in carcere; la libertà di
esprimere la propria opinione senza rischiare la pena di morte. Questi
diritti lungi dall'essere acquisiti dall'alto e tanto meno eterni, sono
stati conquistati con le armi, quindi devono essere difesi, se necessario,
con le armi. Dopo gli atti terroristici dell'11 settembre si è aperto,
a mio avviso, un fossato che separa il terrorismo globale dalla democrazia
globale. Da una parte si troveranno quei regimi e quelle persone che amano
l'affermazione di totalitarismo e fanatismo, ma anche quei soggetti che
simpatizzano, difendono e giustificano il terrorismo globale, bruciando
le bandiere della libertà e del diritto. Dall'altra parte i paesi
e i soggetti che si riconoscono nel sistema giuridico nazionale e internazionale;
che amano il diritto e il rispetto delle prerogative dell'individuo; che
si battono per una maggiore globalizzazione dei diritti e del benessere
economico; che non vogliono rifondare il comunismo e che non difendono
né comprendono il terrorismo. Da un recente sondaggio pubblicato
su un noto quotidiano nazionale, emergono alcuni dati che meritano una
riflessione. Pare che il
27% dell'elettorato diessino "difende" i talebani-terroristi,
Il 27% dell'elettorato di Bertinotti "difende" i talebani-terroristi,
Il 36% dell'elettorato di sinistra "giustifica" Osama Bin Laden, il 30%
dell'elettorato di centrosinistra "giustifica" Laden. Perfino il 18% dell'elettorato
del centrodestra denuncia una certa simpatia per Laden.
Ricordo che nell'estate del 1999, mentre il regime nazional-comunista
di Milosevich pianificava la pulizia etnica in Kossovo, e i pacifisti terzomondisti
dopo aver distrutto la città di Seattle, si apprestavano a bruciare
i vessilli delle democrazie, un autorevole esponenente post-comunista di
nome Massimo Cacciari, esordiva dal palco di piazza dei Signori a Treviso:
"il comunismo non esiste più". Ora chiedo: quale comunismo si vuole
rifondare? I post comunisti, dopo aver vissuto sulla loro pelle i fallimenti
del "socialismo reale", dopo aver affermato per bocca di Walter Veltroni
"comunismo e libertà sono incompatibili" (ricordate I care...),
ricadono nello stesso errore: pur di essere contro gli Stati Uniti d'America
sono contro le democrazie occidentali, e sono disposti perfino a comprendere
e giustificare il terrorismo internazionale. Come nel 1956 in Ungheria,
come nel 1968 in Cecoslovacchia, come nel 1979 e oggi in Afghanistan. La
memoria, la democrazia e il benessere economico hanno oggi nuovi nemici,
e deve essere chiaro da che parte stare.
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la fonte. Veron@ Reg. Trib. Verona n° 1292 - 13.11.97
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