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Veron@ quotidiano - edizione del 7 novembre 2001


 
 

Sentenza scandalosa: Morte a Venezia, assolti tutti

 

 
 

"Un giorno infausto per l'affermazione del diritto alla salute ". Questo il secco giudizio di Greenpeace sul verdetto letto il 2 novembre scorso dal Giudice Salvarani Presidente della I. Sezione del Tribunale di Venezia, coi giudici Manduzio e Liguori, al termine del processo che ha visto imputati 28 manager dell'Enichem e della Montedison.

L'associazione, ha atteso il risultato del processo di primo grado all'esterno dell'aula bunker di Mestre con uno striscione con cui chiedeva "Giustizia per Venezia". Alla lettura della sentenza sulle tute degli attivisti e' stata apposta una fascia a lutto e il messaggio e' diventato "Ingiustizia per Venezia".

"Una sentenza agghiacciante che apre inquietanti scenari sul diritto degli italiani alla tutela della propria salute e dell'ambiente in cui vivono. 70 tonnellate di solventi organici, 220 chili di cloroformio, 2 chili di tetracloruro di carbonio, oltre due tonnellate di dicloroetano, 320 chili di tricloroetilene, 4000 chili di tetracloroetilene, 22 tonnellate di bromoformio ed oltre una tonnellata di trialometani: queste le quantita' di inquinanti riversati ogni anno nella laguna di Venezia.

Oggi la sentenza assolutoria ha leggittimato un continuo attentato alla salute dei lavoratori, dei cittadini e all'ambiente, che ha gia' provocato numerose patologie e morti fra i lavoratori e danni irreparabili agli ecosistemi" ha dichiarato Domitilla Senni, direttore di Greenpeace.

"Le odierne assoluzioni nulla tolgono al gravissimo scenario di danni per la salute dei lavoratori del petrolchimico e per l'ambiente lagunare ad esso circostante, emerso in tutta la sua evidenza nel corso del procedimento; tutto cio' resta un punto fermo che nessuno potra' ignorare, anche in vista degli ulteriori gradi di giudizio" ha commentato Luca Partesotti legale dell'associazione.

Greenpeace, da oltre dieci anni si occupa della tutela della laguna di Venezia ed e' intervenuta a piu' riprese con dossier denuncia ed azioni pacifiche per contrastare l'avanzata del degrado ambientale e per denunciare l'inadeguatezza delle decisioni politiche adottate nei decenni per proteggere l'ambiente lagunare ed i suoi abitanti.

L'associazione ha partecipato al processo, durato 4 anni, con deposizioni e documenti tecnici per confutare le teorie della difesa tese a dimostrare l'inesistenza dell'inquinamento e dei rischi per la salute pubblica ed ambientale.

"Nel corso del processo sono stati prodotti numerosissimi dati analitici sui livelli di inquinanti presenti nei sedimenti e negli organismi viventi lagunari che hanno messo in evidenza, senza ombra di dubbio, che le attivita' del petrolchimico, ed in particolare il ciclo del cloro, sono incompatibili con la laguna e pericolosi per gli operai e la popolazione. Questo verdetto di assoluzione e' un'ulteriore dimostrazione che in Italia le politiche di scarsa attenzione alla tutela ambientale e sanitaria vengono ripagate con l'impunita' " ha aggiunto Fabrizio Fabbri.

L'associazione, nonostante la delusione per l'esito del processo, ha dichiarato che riprendera' con ogni mezzo e maggior determinazione la propria campagna per dimostrare alla pubblica opinione la pericolosita' delle produzioni incriminate e per ottenere un divieto alla produzione di composti a base di cloro a partire dal PVC.

Maggiori informazioni sul sito: http://www.greenpeace.it/venezia/

Fonte: Greenpeace: http://www.greenpeace.it
 
 

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