IL PELO NELL'UOVO


LE OPINIONI DI OGGI

Veron@ quotidiano - edizione del  15 marzo 2002

Povere donne nigeriane. O no?

Lacrime di coccodrillo.

di Simplicio
 

Sempronio: Alla radio ho sentito uno dei numerosi appelli contro la condanna a morte di quella ragazza nigeriana colpevole solo di essere rimasta incinta prima del matrimonio. Quei bruti dei tribunali islamici sono veramente inumani.

Simplicio: Safiah? Bella cosa la solidarietà, ma sarà vero che siamo così buoni?

Sempronio: Spero non metterai in dubbio la superiorita' della nostra cultura, noi le donne non le condanniamo a morte nemmeno se ci mettono le corna.

Simplicio: Certamente no, sai che strage. Pero' una notizia della settimana scorsa dice che hanno deportato dall'Italia almeno 40 ragazze nigeriane e altre 20 le seguiranno.

Sempronio: Certamente si trattava di prostitute.

Simplicio: Forse si', ma cosa le aspetta a casa? Deportarle significa consegnarle a quegli stessi tribunali islamici che tanto condanni. La Costituzione italiana poi proibisce la deportazione di chi rischia la pena di morte nel suo paese. Per Safiah, ammesso che esista, si muovono le televisioni, per le altre la polizia?

Per i curiosi la notizia originale e' riportata sotto.

*****

"L'associazione Senzaconfine e l'Asgi Sicilia denunciano che 2/3 delle donne nigeriane rastrellate in tutt'Italia (circa 60 spesso prese in casa e non sulla strada) in un'operazione contro la prostitizione e l'immigrazione clandestina, e successivamente rinchiuse al Centro di Detenzione Temporanea Serraino Vulpitta, da ieri sera sono state fatte salire su un pullman con tappa a Roma e destinazione Malpensa, da dove partiranno in serata per essere rispedite nel loro paese di provenienza. E' stato impedito loro di chiedere asilo, come le poche (meno di una ventina) rimaste al centro di detenzione; e' stato impedito loro anche di poter avviare un percorso di reinserimento sociale per uscire dalla prostituzione, attraverso l'opera dei Vivian Wiwoloku, pastore evangelico nigeriano che a Palermo attraverso il suo lavoro ha recuperato 78 ragazze che ora lavorano. Il pastore Wiwoloku stesso denuncia che per queste ragazze la prossima tappa, una volta reimpatriate, sara' il carcere; la cauzione per ottenere la liberta' raggiunge la cifra di un milione, cifra' inaccessabile per le loro famiglie, e il bisogno economico le repingera' nuovamente nel circolo della prostituzione; quelle di provenienza islamica rischiano anche la condanna alla lapidazione. Nessuna garanzia e' stata data alla loro vita e alla loro liberta', poiche' il console nigeriano, rappresentante dello Stato in Italia, ha dato il nulla osta per il loro reimpatrio dopo averle incontrate. Senzaconfine e l'Asgi dnunciano che ancora una volta questo rimpatrio viola la legalita', nazionale e internazionale: il divieto di deportazione, che in questi casi dovrebbe scattare automaticamente, come sancito dalla convenzione di Ginevra firmata anche dall'Italia; e il divieto di espulsione, sancito, oltre che dalla convenzione di Ginevra, dalla legge italiana stessa. [...]. Facciamo appello in particolare al movimento delle donne e alla rete che si e' mobilitata in favore di Safiah perche' si rinnovi la mobilitazione per decine di donne deportate e a rischio di carcere e di maltrattamenti. (Associazione Senzaconfine - ASGI Sicilia - Info: Dino Frisullo 339 65 04 639; Fulvio Vassallo 348 33 63 054)


 
 
 
 

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