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"Finanziaria 2003: nuoce gravemente alla salute." Questo è il
catastrofico titolo di un comunicato stampa di Federfarma pubblicato a
più riprese in questi giorni sui maggiori quotidiani nazionali.
Non è l'unico, a dire la verità a protestare contro la Finanziaria
del governo Berlusconi, ma rispetto agli altri è decisamente più
tagliente ed aggressivo se giudica perfino""dissennate" le scelte sul farmaco
operate dal governo.
Si badi bene, Federfarma non è una organizzazione estremista,
sì di quelle che fanno brillare gli occhi e sciogliere la lingua
al Cavaliere tanto sono estremiste.
Federfarma è l'associazione nazionale dei titolari (privati)
di farmacia, solitamente prudentissima e più portata alla manovra
che alla protesta aperta e violenta, sia pure a livelli puramente espressivo,
e diretta e formata da persone per natura, indole e professione moderate.
Di questa prudenza se n'ebbe prova lo scorso anno, all'indomani dell'accordo
tra Stato e Regioni, quando nonostante la scontentezza, esternata in ben
altri termini da Farmindustria, Federfarma si limitò ad abbozzare,
confermando l'apertura di credito e la simpatia riservate al centro destra
da ancora prima delle elezioni.
Oggi, i farmacisti privati affermano con feroce ironia che la legge
finanziaria di questo governo, pari al tabacco, "nuoce gravemente alla
salute" e l'accompagnano con una serie di contestazioni di merito sulle
quali si può essere o non essere d'accordo, ma che conducono ad
una considerazione finale, sulla quale non solo siamo d'accordo ma riteniamo
di essere tra coloro che per primi l'hanno espressa, e cioè che
questo governo non ha la minima idea tattica o strategica sulla tutela
della salute, che, giova ricordarlo, è un diritto sancito dalla
Costituzione.
La confusione tra le opzioni ideologiche, sulle quali spiccano i cosiddetti
federalismo e devoluzione, che come l'araba fenice tutti cercano e nessuno
sa cosa sono, e la pratica quotidiana di provvedimenti con i quali si vorrebbero
centralizzare perfino le procedure riferite alla diagnostica istituendo
il Cud (o suprema cretineria), la certezza che il Ministro della Sanità
non riesce ad essere autorevole nemmeno quando parla dei cimiteri per i
cani e che il vero Ministro (solo per quanto riguarda la palanca perché
del resto non gli interessa nulla) sia il prode Tremonti, stanno mettendo
in allarme rosso (non quello della sinistra), istituzioni, associazioni,
categorie, organizzazioni sindacali, anche quelle più bendisposte,
preoccupate non solo e non più per i loro interessi ma per la tenuta
organizzativa e finanziaria del Servizio Sanitario Nazionale.
In questo contesto, la critica feroce è il segno di una attenzione
che credevamo sopita. Siamo lieti d'esserci sbagliati.
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