L'ANGOLO VERDE

 
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Veron@ quotidiano - edizione del 13 novembre 2002


 
 
 

Se 20.000 morti vi sembran pochi ...

A 18 anni dalla tragedia di Bhopal

 

 
 

da Greenpeace
 

 
 

"Globalizziamo il diritto alla salute e all'ambiente"

Greenpeace e' entrata in azione oggi nei giorni scorsi simultaneamente a Livorno e a Milano contro la Dow Chemical, la multinazionale che ha assorbito gli impianti della Union Carbide a Bhopal, in India.

18 anni fa si verifico' a Bhopal il piu' grande disastro chimico della storia che provoco' 8.000 morti nei tre giorni sucessivi alla fuoriuscita del gas letale, 20.000 decessi ad oggi e oltre mezzo milione di persone continuano a soffrire degli effetti della nube tossica.
 

 
 

A Livorno alcuni attivisti dell'equipaggio dell' "Esperanza", la nuova nave di Greenpeace , si sono arrampicati su una cisterna dello stabilimento Dow stendendo uno striscione raffigurante un teschio con all'interno delle orbite il logo della Dow ed un altro con scritto "Dow: salda il debito con Bhopal".

Contemporaneamente a Milano attivisti di Greenpeace si sono incatenati di fronte agli uffici amministrativi della Dow Italia che, sollecitata nei mesi scorsi, si era rifiutata di ricevere i rappresentanti dell'associazione.

Hanno accompagnato la protesta di Greenpeace due vittime della tragedia di Bhopal, Rashida Bee, membro del comitato giustizia per Bhopal (ICJB) e Mohammad Ali Quaiser, medico dell'ospedale Sambhavana di Bhopal, creato per assistere gratuitamente i sopravissuti. Scopo di Rashida Bee e Mohammad Ali Quaiser e' incontrare i vertici delle filiali della Dow in Europa per chiedere giustizia.

"Bisogna globalizzare il diritto alla salute e all'ambiente - spiega Vittoria Polidori, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace - La Dow deve bonificare Bhopal secondo gli standard piu' elevati, almeno equivalenti a quelli che sarebbero applicati in Europa o negli Stati Uniti".

L' "Esperanza" proviene da vertice della Terra di Johannesburg, ha condotto iniziative per affermare la necessita' di un regime internazionale che fissi le responsabilita' delle imprese che provocano danni sanitari e ambientali.

"Perché gli indiani , che hanno un reddito medio di 460 dollari all'anno, dovrebbero pagare per i danni quando la responsabilita' e' di una multinazionale, il cui fatturato annuo si aggira sui 28 miliardi di dollari? Continueremo la nostra battaglia sin quando la Dow Chemical non si impegnera' per la bonifica di Bhopal, e garantira' alla popolazione acqua potabile, assistenza sanitaria ed un adeguato risarcimento alle vittime" ha concluso Polidori.

Azioni di denuncia sulla Dow sono state gia' condotte in India, Usa e in diversi paesi europei da Greenpeace, che ha presentato la scorsa settimana un piano di bonifica per Bhopal alle autorita' indiane.

Greenpeace ha condotto il 9 novembre al Social Forum Europeo di Firenze un seminario sulle responsabilita' della Dow Chemicals.
 

 
 

Documenti e rapporti: http://www.greenpeace.it/esperanza

Foto dell'azione: http://www.greenpeace.it/esperanza/foto.html
 

 

Agisci ! Chiedi alla Dow di bonificare l'area di Bhopal!


 
 
 
 
 
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