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Esiste una parola che non è sottomessa al
controllo della coscienza. È la parola poetica. C'è infatti
nella poesia un'adesione totale al pensiero nel suo stato nascente, cioè
al "sentire".
La rivista veronese "Anterem" ci ha reso familiare
questa tematica, mostrandoci negli anni come la poesia, sottraendosi alla
logica oggettiva e soggettiva, faccia emergere in noi le zone d'ombra e
i livelli invisibili del pensare; quelli, per intenderci, che Conrad descrive
nel suo famoso romanzo Cuore di tenebra.
Ma, attenzione, il "sentire" non può essere
definito "illogico". Anzi. Si tratta di una forma particolare di emozione
e obbedisce a ben precise "logiche", come il grande pensatore cileno Matte
Blanco ci ha insegnato. Quali? Intorno a tale questione a cui "Anterem"
dedica l'ultimo numero, in distribuzione in questi giorni viene promosso
a Napoli, il 14 dicembre, presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
un Convegno promosso dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università
di Salerno e dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università
Cattolica di Roma.
Tra i relatori, Remo Bodei e Aldo Giorgio Gargani,
entrambi dell'Università di Pisa, Flavio Ermini, direttore della
rivista "Anterem", Pietro Bria, dell'Università Cattolica di Roma,
e Fiorangela Oneroso, dell'Università di Salerno.
Anterem