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Veron@ quotidiano - edizione del 09 gennaio 2003


 
 

Turismo formidabile strumento di sviluppo

Ma ancora non se ne sfruttano le potenzialità

di Fernando Morando
presidente di Confcommercio Verona
 
 
Secondo recenti stime il turismo, nel giro di 20 è anni, è destinato a conoscere un formidabile sviluppo e a superare i 2.500 milioni di euro di fatturato. In Italia esso oggi vale 70 mila milioni di euro e conta oltre 300 mila imprese che danno lavoro a più di due milioni di persone.
Per un Paese che, come il nostro, non ha risorse di rilievo nel sottosuolo, si tratta dunque di una realtà di straordinario spessore, che se adeguatamente sfruttata potrebbe valere quanto il petrolio per gli Stati mediorientali. Purtroppo però, l'impegno a livello amministrativo per incentivare veramente il settore e gli attori che ne sono protagonisti è sempre stato modesto, insufficiente a mettere in moto quei meccanismi che consentirebbero ai nostri territori di acquisire un ruolo dominante e di catalizzare l'attenzione e gli "appetiti" dei potenziali visitatori di tutto il mondo.
Il turismo è un prodotto molto complesso diversificato, strettamente legato al territorio, che merita particolari cure in quanto contenitore di valori diversi ma che nell'insieme fanno dell'offerta turistica qualcosa di unico al mondo per cultura, tradizioni, ambiente e qualità di vita. Il nostro è il Paese dei mille turismi, dell'offerta diversificata capace di soddisfare e cogliere qualsiasi tipo di esigenza. Per questo sarebbe indispensabile creare un modello di sviluppo che sappia valorizzare queste potenzialità e risorse affinché tutte le tipologie di imprese diventino parte attiva di uno sviluppo nel segno della qualità.
E invece chi governa, sia a livello centrale che locale, ha fatto e fa poco o niente.  Anzi, non di rado si attinge dal settore, anziché investirvi, per sostenere altri comparti. Oppure si creano vincoli normativi e ostacoli burocratici che soffocano le aziende togliendo la voglia di investire.
Ma il turismo è uno straordinario strumento di crescita e di ricchezza in grado di garantire, attraverso l'indotto, benessere collettivo anche ai settori collegati e persino a quelli che non lo sono. Come emerge dalla ricerca sui benefici assicurati dal Festival lirico recentemente presentata a Verona, l'evento areniano, da solo, "regala" ogni anno alla nostra provincia qualcosa come 500 milioni di euro.
E allora cosa si aspetta a puntare decisamente su questo comparto per costruire le fortune del nostro Paese?  Perché, anche nel Sud, invece che insistere nel promuovere insediamenti industriali e incentivare attività ormaoi obsolete non si lavora sodo per realizzare la "California d'Italia"? I tempi sono maturi per dare fiato a progetti che potrebbero risolvere i problemi del Mezzogiorno coinvolgendo gli imprenditori locali e dando vita a nuovi posti di lavoro.
Gli altri Stati hanno capito da tempo che l'oro del terzo millennio si chiama turismo e si sono adeguati ai tempi che cambiano. In Spagna, Francia, Germania, ma anche all'Est e fuori dal Vecchio Continente, si sono messi in moto meccanismi tali da far lievitare l'economia turistica. Da noi questo cambio di velocità non è ancora avvenuto.
E' il caso di muoversi in fretta per non rischiare di restare tagliati fuori dalla spartizione della torta più ricca e golosa degli anni 2000 quella, appunto, del turismo.
 
 
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