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Veron@ quotidiano - edizione
del 24 gennaio 2003
Beneficenza on-line,
un sistema poco efficiente?
Voi
cliccate, gli sponsor regalano.
Pubblichiamo
l'analisi di un caso e l'opinione di Paolo Attivissimo, esperto
divulgatore
informatico nonche' cacciatore di truffe e bufale in rete.
*****
di
Paolo Attivissimo
Porloschicos.com
aiuta davvero i bimbi argentini
L'indagine
antibufala della settimana, che ho pubblicato presso
http://www.attivissimo.net/antibufala/porloschicos.htm
riguarda l'appello che gli utenti della Rete si passano a vicenda a proposito
di un sito, www.porloschicos.com, che promette di donare pasti ai bambini
poveri argentini in cambio di una cliccata gratuita quotidiana su un'immagine
che porta alla pubblicità di uno sponsor.
Il
sito garantisce (come descritto in inglese nella pagina http://www.porloschicos.com/eng/faq.htm)
che la cliccata non costa nulla a chi la fa e che tutti i costi sono coperti
interamente dagli sponsor del sito: "gli sponsor pagano le proprie pubblicità
in rapporto al numero di persone che visitano il sito... Porloschicos.com
distribuisce i fondi raccolti fra le varie organizzazioni di beneficenza,
scelte perché impegnate ad aiutare i bambini argentini".
Ho
fatto qualche rapida ricerca in Rete, e non ho motivo di dubitare della
buona fede dell'iniziativa. Il sito non contiene software strano o altri
trucchi per spillarvi soldi dal conto in banca o dalla carta di credito:
si basa esclusivamente sulle sponsorizzazioni pubblicitarie.
Ho
trovato un articolo della BBC del 7 giugno 2002 (http://news.bbc.co.uk/2/hi/business/2027508.stm),
secondo il quale dietro a Porloschicos.com c'è "un gruppo di dodici
professionisti argentini" e il fondatore è Bryan Droznes. Fra gli
sponsor del sito ci sono Coca-Cola, Citigroup e Unilever. Il sito è
stato lanciato ad aprile 2002 e due mesi dopo raccoglieva circa 15000 donazioni
al giorno. Secondo la BBC, gli sponsor "firmano contratti mensili che stabiliscono
un tetto massimo alla cifra che verrà donata in cambio di banner
pubblicitari sul sito".
Secondo
Whois, il sito è registrato a nome di "Vicente Lopez, Buenos Aires
1638", mentre l'Administrative Contact è Donaciones Online, con
indirizzo di e-mail bdroznes@hotmail.com (dal nome ha l'aria quindi di
essere l'indirizzo di Bryan Droznes) e con un numero di fax dall'aria un
po' fasulla (123 123 1234).
Lo
so che raccomando sempre un po' di sana cautela prima di aderire agli appelli
via Internet, ma come dicevo non c'è traccia di scorrettezza (a
parte quel numero di fax stravagante, che potrebbe essere semplicemente
una misura antispam) in Porloschicos.com. Il newsgroup news.admin.net-abuse.sightings,
a maggio 2002, segnalava Porloschicos.com come fonte di spam, probabilmente
a seguito dell'invio massiccio di e-mail contenenti l'appello a visitare
il sito, ma potrebbe trattarsi di un'azione di terzi non richiesta dal
sito.
Né
vi è nulla di illegale nel donare cibo in cambio di sponsorizzazioni.
L'unico
problema è che si tratta di un metodo relativamente inefficiente
di fare beneficenza.
Infatti
alla domanda "quanto cibo viene donato da ciascuna cliccata?" sul sito
corrisponde una risposta piuttosto vaga: "l'importo donato con ciascuna
cliccata varia a seconda della quantità di sponsor ogni giorno."
Secondo
le statistiche pubblicate presso il sito (http://www.porloschicos.com/servlet/PorLosChicos?comando=donacionesPorDia&lang=english),
ad aprile 2002 ci volevano circa sei cliccate per donare un pasto (a fronte
di due sponsor); a ottobre 2002 ne servivano quattro (con 17 sponsor);
ai primi di novembre 2002 le cliccate necessarie erano salite a dieci,
con due sponsor).
Facciamo
due conti. Mettiamo che una razione di cibo costi un euro (per fare cifra
tonda). Dieci cliccate per donare una razione di cibo significa che ogni
cliccata equivale a una donazione di 10 eurocent. Se partecipate all'iniziativa
per un mese, tenendo presente che non potete cliccare più di una
volta al giorno, avete "contribuito" per la grandiosa cifra di tre euro.
Ora
non so che lavoro fate voi, ma dubito che tre euro equivalgano al tempo
(e alla spesa) da dedicare a ricordarsi dell'impegno, collegarsi al sito,
cliccare e poi tornare a quello che si stava facendo prima, per trenta
volte. E' di gran lunga più efficiente non perdere tutto questo
tempo a cliccare e mettere invece mano al portafogli per fare una donazione
alla Croce Rossa.
Per
carità, tutto fa brodo, la media giornaliera di mille pasti donati
ai poveri è senz'altro meglio di niente, e non c'è nulla
di male nell'iniziativa, ma la mia preoccupazione è che queste forme
"gratuite" di beneficenza, come quella analoga di The Hunger Site (http://www.thehungersite.com),
stimolino una forma di ipocrisia. E' troppo facile cliccare sul sito e
convincersi di aver fatto il proprio altruistico dovere e non pensarci
più. Se volete dare prova di impegno civile, non bastano certo queste
forme scansafatiche di solidarietà. Insomma, partecipate se volete,
ma non vantatevi troppo di essere grandi benefattori.
Visto
che non c'è ragione di dubitare dell'onestà dell'iniziativa,
conviene allora mandare un e-mail a tutti quelli che conoscete, avvisandoli
dell'esistenza del sito e dell'occasione di fare beneficenza? Fate come
credete, alla luce dei dati e dei conti che ho presentato qui, ma comunque
moderatevi per non degenerare nello spamming. Personalmente preferisco
la maniera tradizionale: lavorare un po' di più per guadagnare soldi
da dare agli enti benefici che sostengo.
"(C) 2002 Paolo Attivissimo (www.attivissimo.net)".
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