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Veron@ quotidiano - edizione del 21 febbraio 2003



Greenpeace difende i bambini? Non deve pagare.

Vittoria di Greenpeace: nessun risarcimento di 600 miliardi a EVC e Solvay per campagna PVC


da Greenpeace



Greenpeace vince la battaglia legale ingaggiata da Solvay ed Evc (European Vinyls Corporation Italia) leader mondiali nella produzione di pvc, che avevano citato per danni l'associazione ambientalista, nell'aprile del '97, per la campagna contro i giocattoli in pvc.


Il giudice della I sezione civile del Tribunale di Roma, Franca Mangano, ha respinto la richiesta di risarcimento danni presentata dalle aziende.


"La Solvay e l'Evc chiedevano in via provvisionale 65,3 miliardi di lire, lievitate poi fino a circa 600 miliardi- spiega Domitilla Senni, direttore generale di Greenpeace adesso invece hanno perso e sono state condannate al pagamento delle spese processuali. Speriamo serva di lezione ad altre aziende, Esso in prima fila, che non hanno argomenti per replicare alle nostre campagne e ci citano in tribunale" Greenpeace aveva promosso nel 1997 una campagna contro l'uso di ftalati (ammorbidenti) nei giocattoli in pvc morbido, denunciando il rischio del rilascio dell'additivo e la sua pericolosita' per la salute dei bambini.


Alcuni ftalati, infatti, possono causare danni al sistema endocrino e riproduttivo e dei composti sono sospettati di cancerogenicita'.

Solvay ed Evc (che rappresentano il 60% del mercato di PVC in Italia) hanno promosso 4 azioni legali contro Greenpeace, ritenendosi lese nei loro diritti d'immagine, reputazione economica e iniziativa privata.

Hanno affermato che "la produzione e di prodotti di PVC non contribuiscono all'inquinamento da diossine nell'ambiente" e ritenuto l'associazione colpevole di "denigrazione, criminalizzazione e aggressione" del PVC e dei suoi produttori.


"Le aziende hanno cercato di occultare, con l'uso martellante di ingiurie, l'assenza di contenuti giuridicamente apprezzabili nelle loro contestazioni-spiega Carlo d'Inzillo, legale dell'associazione Greenpeace aveva tutto il diritto di informare i consumatori sulla pericolosita' per la salute del PVC. Il Tribunale di Roma, con questa storica sentenza, ha sancito l'infondatezza delle ridicole pretese di Solvay ed Evc e nello steso tempo ha riconosciuto i diritti costituzionalmente protetti dei cittadini e delle associazioni ambientaliste"


Dopo l'intensa campagna di Greenpeace contro i giocattoli in pvc l'allora ministro della Sanita' Rosy Bindi firmo' a giugno 1999 un decreto per il bando degli ftalati e a stretto giro segui' il bando europeo. Gia' prima del bando, grazie alla pressione dell'opinione pubblica, i maggiori produttori di giocattoli e prodotti per la prima infanzia hanno deciso di abbandonare il PVC morbido nei giocattoli per la prima infanzia. "Continueremo ad informare sui rischi associati al PVC in tutte le sue fasi. Il caso di Porto Marghera ha reso evidente il gravissimo impatto ambientale e sanitario della sua produzione, e i giocattoli per i piu' piccoli i pericoli connessi all'utilizzo.

Anche in fase di smaltimento, il PVC non smette di contribuire all'inquinamento. Quando finisce negli inceneritori, puo' determinare il rilascio di diossine nell'ambiente"


Appena saranno rese note le motivazioni della sentenza, Greenpeace valutera' le possibili azioni giudiziarie da intraprendere nei confronti delle due societa' per diffamazione e calunnia.



Dossier: "Giochi Pericolosi" : Tutti i giocattoli in PVC morbido contengono composti chimici pericolosi, che possono venire ingeriti dai bambini.

http://www.greenpeace.it/archivio/toxic/giochi.htm




Fonte: Greenpeace http://www.greenpeace.it

http://www.greenpeace.it/new/sostieni.php




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