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Veron@ quotidiano - edizione
del 30 aprile 2003
Sono ormai 3 anni che come associazione omosessuale veronese veniamo
invitati alle manifestazioni ufficiali del 25 aprile a Verona, eppure non
é cambiato nulla. Le difficoltà incontrate del 2000, quando
venimmo invitati la prima volta, le abbiamo ritrovate puntuali anche a
questo 25 aprile 2003 con l'aggravante che ora Verona si ritrova un'amministrazione
di "centro-sinistra". Aggravante perché pensavamo che potesse essere
un 25 aprile diverso, dove questa nuova amministrazione poteva e doveva
essere più sensibile e con un atteggiamento di apertura e non di
chiusura.
Una chiusura che si é fatta sentire anche in modo tecnico ed
organizzativo oltre che politico. Piazza Bra, sede delle manifestazioni,
transennata dove i cittadini e le cittadine di Verona sono stati/e costretti/e
a rimanere ai margini, non una festa civile di liberazione ma una ricorrenza
esclusivamente militare, questo é stato il 25 aprile 2003 a Verona.
Le prime difficoltà si sono manifestate quando un rappresentate
del Circolo Pink, con labaro e invito ufficiale, ha tentato di salire sul
palco con tutte le altre associazioni e gruppi invitati. Agenti della polizia,
presenti all'interno di una sala pubblica, hanno tentato di impedire la
nostra presenza sul palco adducendo che avevano ricevuto ordini di non
farci passare, non meglio identificabili come fonte. Per poter salire su
quel palco sono dovute intervenire varie persone affinché la situazione
si potesse sbloccare e quel labaro a ricordo della vittime omosessuali
dei lager nazisti fosse presente e visibile; per altro unico labaro civile
a rappresentanza di tante vittime dimenticate, fra tanti labari militari.
Vergognosa la presenza del rappresentante della Provincia veronese,
che come sempre successo ha fatto un discorso revisionista, dimenticando
di proposito che fu vittima e carnefice.
Usciti dalla sala rimaneva l'ultima parte, la deposizione delle corone
davanti ai tanti monumenti in piazza Bra. Ci siamo trovati una piazza transennata
all'inverosimile con l'assoluto divieto ai cittadini di entrare, si poteva
solo assistere allo spettacolo militare e nulla più.
Quando Gianni Zardini, presidente del Pink, ha tentato di entrare in
piazza con il solito labaro e invito, mandato dal sindaco, 2 poliziotti
già appostati non
volevano farlo passare é dovuta intervenire Tiziana Valpiana
(parlamentare di rifondazione comunista) affinché ciò fosse
possibile. Queste alcune delle difficoltà incontrate non solo dal
Circolo Pink ma da tanti altri cittadini e cittadine che reclamavano un
25 aprile della gente e non dell'esercito. Qualcuno in questa amministrazione
dovrà dare delle spiegazioni, dovrà porsi delle domande su
come fosse possibile dopo le ultime elezioni comunali ritrovarsi nelle
stesse condizioni del 2003. Ci aspettavamo un trattamento diverso,
più sensibile e civile ma crediamo che questa amministrazione di
"centro sinistra" abbia sottovalutato il significato del 25 aprile, cosa
che ci pare molto grave.
Purtroppo come cittadini e omosessuali ci rendiamo conto di essere
tollerati anche a commemorazioni come queste, invitati ufficialmente ma
indesiderati, ci chiediamo quanti 25 aprile dovranno passare senza che
tutte le vittime del fascismo e del nazismo ricevano un giusto ricordo,
quante amministrazioni dovranno venire prima che la festa della liberazione
lo diventi veramente?
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