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Veron@ quotidiano - edizione
del 22 maggio 2003
Venezia: Mose o Drive in?
di Roberto Buttura - SDI
Stabilito ormai che non ci riescono i contemporanei, toccherà
ai posteri riuscire a rispondere ai molti quesiti che il Cavaliere suscita:
è di destra o di sinistra? ci è o ci fa? ha la chierica o
non ce l'ha?
Una cosa però è certa. A differenza di altri governanti
ai quali veniva rimproverato di essere capaci ma di attorniarsi di mezze
tacche, a Berlusconi questo non toccherà di sicuro.
Egli e la sua classe dirigente (si fa per dire) sono un tutt'uno cresciuto
all'ombra degli applausi falsi e dei fondali di cartapesta di "Drive in"!
e di "Striscia la notizia", degli spot pubblicitari lanciati durante gli
avvenimenti sportivi magari in occasione di un infortunio, della comicità
(si fa per dire) greve di "Tacchi a spillo".
Insomma, un gruppo di allegri e furbi buontemponi talmente maestro
nella propaganda (che abbia imparato dai comunisti?) da rendere realistica
un'illusione. Parlate, parlate, qualcosa resterà, è il suo
motto preferito.
Una delle ultime straordinarie prove della compagnia di giro è
stata fornita il 14 maggio scorso a Venezia con l'inaugurazione del
Mose.
In un ambiente irreale e surreale di soddisfazione e di contestazione,
il Cavaliere assistito dal Presidente del Veneto Galan, ancora fuori di
sé per essere stato ignorato dal settimanale della famiglia Berlusconi
"Panorama" (che lo ha risarcito con un'intervista autocelebrativa la settimana
successiva), ha tagliato il nastro per l'inizio dei lavori del Mose, il
sistema di dighe mobili contro l'acqua alta.
Nell'occasione, il Conducator , con tanto di elmetto calcato in testa
come si confà ad un "presidente operaio" e sfoggiando il proverbiale
ottimismo, ha dato la certezza di non essere a conoscenza (ma di non ritenerlo
grave) né della complessità di un problema quale quello della
salvaguardia di Venezia che non si riduce alla costruzione di qualcosa
purchessia né di quello che gli avevano preparato da inaugurare.
Tuttavia, il Presidente del Consiglio ha ottenuto i risultati ambiti.
La propaganda ha funzionato a meraviglia. Servizi, fotografie a tutta dentatura,
articoli, hanno riempito radio, televisioni e giornali per almeno due giorni.
Un giornale ha ingaggiato perfino Woody Allen il quale ha bushianamente
dichiarato (proprio lui!) di essere assolutamente contento "perché
finalmente si fa qualcosa", trasformandolo, da amante di Venezia ad esperto
di Venezia, in involontario giullare del nostro ineffabile cavaliere.
Se poi tutto questo succede in coincidenza con le elezioni amministrative
di maggio, beh non sarà mica una colpa?
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n° 1292 - 13.11.97
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