Kosovo: Verona indaga su sparizione container aiuti
Un container di viveri del KFOR che doveva venire trasferito da Pec a Prizren, nel Kosovo, è invece arrivato alla caserma Cadorna di Bolzano, sede del Secondo Reggimento Trasmissioni dove sarebbe stato distrutto. Il procuratore militare di Verona Bartolomeo Costantini ha aperto una inchiesta ipotizzando i reati di truffa e peculato.
Sulla vicenda e sulla fine fatta dai generi alimentari - nel container ce n'era una gran quantità - è in corso un'inchiesta della magistratura militare di Verona, competente per territorio. A rivelarlo il quotidiano bolzanino 'Alto Adige', secondo cui il magistrato avrebbe già inviato militari della Guardia di Finanza per le prime indagini e facendo sequestrare documentazione.
Il container era seguito di una missione italiana di peacekeeping - per un errore logistico - sarebbe effettivamente arrivato a Bolzano e i viveri sarebbero poi stati distrutti su disposizione del responsabile militare locale.
Il giornale spiega che il Secondo Reggimento Trasmissioni ha fatto parte sino al 2000 delle Truppe alpine ma è poi passato sotto il comando C4 di Anzio specializzato nella guerra elettronica. Era di stanza nei pressi di Pec, all'Hotel Onix, poi la nuova sede delle truppe italiane è stata trasferita a Prizren.
E' proprio nel trasferimento dei materiali che il container con i viveri avrebbe preso, secondo quanto riferito dal quotidiano, la strada di Bolzano. Tutta l'inchiesta, scrive il giornale, avrebbe preso il via da segnalazioni anonime arrivate allo Stato Maggiore e ci sarebbe già stata una indagine interna del C4.

Scioperi: giovedì benzinai, poi toccherò a treni e aerei
Impianti stradali di carburante chiusi, giovedì 6 novembre per protestare contro la Finanziaria 2003 che non ha confermato provvedimenti fiscali a favore della categoria;  un fatto questo che, per i sindacati di settore Figisc/Anisa Confcommercio, Faib/Aisa Confesercenti e Fegica Cisl, rischia di "mettere in ginocchio un comparto già in grave difficoltà". "Il bonus fiscale in questione, tra l'altro, non avrebbe portato nessuna ulteriore spesa per lo Stato, perché riconosce quanto già previsto dalle precedenti amministrazioni", sottolinea il presidente Figisc Confcommercio di Verona Carlo Bertoli.
I gestori ricordano le "peculiarità alle quali è legata la loro attività, come quella di garantire all'erario, senza contropartita, il recupero di oltre 37 miliardi di euro l'anno, in conseguenza delle imposizioni che a diverso titolo (accise ed Iva) gravano sulla vendita dei carburanti. Per questo le tre organizzazioni annunciano di aver già programmato "altre e prolungate chiusure degli impianti per le prossime settimane e di aver messo allo studio la denuncia degli accordi con le compagnie petrolifere, finalizzati al contenimento dei prezzi al pubblico dei carburanti".
La chiusura del 6 novembre riguarderà tutti gli impianti della rete italiana e sarà così articolata: sulla viabilità ordinaria gli impianti saranno chiusi dalle ore 19 del 5 alle 7 del 7 novembre, self service compresi; sulle autostrade, dalle ore 6 del 6 alle ore 6 del 7. "Così come è prassi consolidata e previsto dal codice di autoregolamentazione - si sottolinea dalla Figisc - saranno garantiti i servizi essenziali e di emergenza". Aerei, trasporto pubblico e benzinai: novembre si annuncia come un mese difficile non solo per chi viaggia. Le agitazioni sindacali previste coinvolgeranno diversi settori, dal trasporto ai servizi al cittadino. Allo sciopero dei benzinai si aggiungerà infatti quello di bus, metro e tram previsto per il 7 (quattro ore) e il 18 (otto ore), secondo modalità diverse per regione.
Il trasporto aereo sarà a rischio nei giorni 15 e 28 novembre a causa delle proteste di Enav Roma e piloti Alitalia.
 
'Il Veneto è una gruviera', in arrivo le norme per le cave
Porre fine all'effetto gruviera, che vede il Veneto con 1385 lacerazioni sul territorio tra cave dismesse e in atto e cercare di garantire il recupero ambientale, ponendo attenzione a riequilibrare il rapporto tra fabbisogno e materiali estratti - anche in funzione di un calmieramento dei prezzi. Ma soprattutto assicurare punti fermi per tutti, in uno scenario di trasparenza. Questi gli obiettivi della proposta di nuovo Piano Regionale di Attività di Cava adottato dalla Giunta veneta e presentato ieri alla stampa dall'assessore alle Politiche della Mobilità e dell'Ambiente Renato Chisso. Il Piano in questione è uno strumento atteso da 22 anni: lo prevedeva infatti la Legge n. 44 1982 ma non era mai finora arrivato in porto, anche a causa della rigidità che derivava dalle norme originarie "che mostrano - dice Chisso - evidenti segni di vetusta" e delle quali, non a caso, è stata contestualmente presentata una modifica.
Si è partiti dalla situazione attuale, caratterizzata appunto dall'effetto gruviera con molti "buchi" disseminati ad occupare territorio, per definire un quadro generale che, tenendo conto della necessità di questa attività, abbia come obiettivo la razionalizzazione dell'escavazione e il recupero ambientale. Per ottenere un simile risultato viene fortemente limitato il numero di nuovi siti estrattivi, individuando la possibilità di estrazione solo in bacini estrattivi esistenti (ATE, Ambiti Territoriali Estrattivi) e, nell'ambito di questi, nelle cave già in essere, o inserite nel bacino o come singoli siti di estrazione. L'80 per cento dell'attività dovrà essere svolta in siti già interessati da attività di cava, mentre non più del 20 per cento potrà riguardare la realizzazione di nuove aree di attività, limitata peraltro solo agli ambiti vocati. Viene dunque prevista l'eliminazione della percentuale di estrazione per ambito comunale, cui è attribuita la principale responsabilità dell'effetto gruviera.