data: aprile 9, 1999
Animali in Città - a cura di Lionello Gabrielle, veterinario 

DERMATITE SOLARE

...vorrei sottoporle un  problema riguardante il mio cane (pastore maremmano) di 5 anni femmina. Ha il tartufo
completamente ricoperto da una crosta molto spessa che le si forma ogni volta che sta al sole,  e anche gli occhi le
diventano molto rossi e secernono del  liquido. Tutto cio' peggiora notevolmente durante l'estate . La diagnosi datami da
molti veterinari  e' fotosensibile  poiche' e' albina .
La terapia adottata fino ad oggi  e'  cortisone  intramuscolare.
 Vorrei dei suoi suggerimenti per una terapia alternativa.
Paola B.

Il termine "Fotodermatite" è spesso usato per definire un'anormale reazione cutanea
all'esposizione al sole.
Le fotodermatiti possono essere distinte in fototossiche, fotosensibili, fotoallergiche e di eziologia varia. Le reazioni fototossiche nel cane e nel gatto solitamente
compaiono su zone del corpo con cute chiara, depigmentata o coperta di pelo rado:
la dermatite solare e il conseguente carcinoma a cellule squamose del gatto bianco,
e la dermatite nasale del cane sono esempi classici di queste reazioni fototossiche.
Attualmente si ritiene che il lupus eritematoso e il pemfigo eritematoso siano malattie autoimmuni le cui manifestazioni peggiorano a seguito dell'esposizione solare.
PATOGENESI:
Negli animali il fotoprotettore principale è il mantello: la quantità di protezione offerta dipende dal colore, dalla lunghezza e dalla densità. In generale le zone in cui il
peso presenta una minore densità (ad esempio il ventre, i fianchi, la faccia e le orecchie) sono più inclini a una fotodermatite. La melanina è considerata la principale
difesa della cute contro gli effetti solari, anche i mantelli scuri contengono melanina e offrono ulteriore protezione alle aree non glabre.
La funzione protettrice della melanina risulta evidente nei casi di dermatite solare
nasale: nei cani provvisti di pigmentazione a  chiazze della regione nasolabiale, i punti pigmentati sono raramente o scarsamente affetti, a confronto con le aree non pigmentate. Le dermatiti solari croniche dei gatti bianchi possono essere accompagnate da erosioni e ulcerazioni: proprio in questi siti si sviluppano frequentemente i carcinomi a cellule squamose più invasivi.
QUADRO CLINICO:
Dermatite solare nasale canina
Si sviluppa in animali che hanno una regione nasolabiale scarsamente pigmentata. Le lesioni possono svilupparsi inizialmente sia alla giunzione tra la cute glabra e quella coperta di peli della regione nasolabiale, sia sul tartufo stesso. Le aree prive di pigmento diventano eritematose: l'eritema iniziale può assomigliare a una vera scottatura solare, come si osserva nell'uomo. Con una esposizione più cronica, le zone affette possono ulcerarsi e formare delle croste. I casi cronici gravi possono evolvere in ulcerazione profonda e deformazione delle radici e della regione distale del tartufo. Le principali diagnosi differenziali sono con: lupus eritematoso sia discoide che sistemico, il pemfigo eritematoso e quello foliaceo, la dermatomiosite, le patologie infettive, incluse le infezioni nasali batteriche fungine e varie forme neoplastiche.
Dermatite solare canina
L'osservazione anamnesica più frequente, che coincide con lo sviluppo della malattia, è che il cane ama stendersi al sole: speso giace su un fianco più a lungo che sull'altro, e la malattia clinica sarà più grave nelle zone più lungamente esposte al sole. Alcuni casi possono essere aggravati da ulteriori fattori ambientali: per esempio animali tenuti in un cortile o in un patio di cemento chiaro, o all'aperto, in regioni molto nevose. I fianchi e l'addome ventrolaterale sono le parti interessate più frequentemente, in second'ordine il dorso del naso, le pinne e le aree del garretto laterali o mediali. Le lesioni iniziali si presentano come eritema e formazione di scaglie, quelle più avanzate appaiono ispessite. Anche in questo caso con il cronicizzarsi della malattia si può sviluppare un carcinoma a cellule squamose.
Dermatite solare felina
La dermatite solare felina è una dermatite attinica cronica tipica dei gatti che hanno zone di pelo bianco e che rimangono a lungo esposti alla luce solare. Da essa si può sviluppare un carcinoma a cellule squamose. Le zone più colpite sono le orecchie, le palpebre, il naso, le labbra e la faccia. Le lesioni iniziali compaiono frequentemente sul margine delle orecchie con un eritema (scottatura solare). Durante il corso della malattia si possono notare segni di disagio da parte dell'animale quali prurito e il movimento delle pinne. Un'altra zona colpita frequentemente è il dorso del naso, spesso sono interessati anche i margini delle palpebre e le labbra. Tra le principali diagnosi differenziali ricordiamo: le malattie autoimmuni (pemfigo e lupus), le reazioni da farmaco e le varie dermatopatie pruriginose (rogna notoedrica, l'acariasi otodettica e le allergie alimentari).
Diagnosi:
Una diagnosi suggestiva può essere emessa facilmente considerando l'anamnesi e l'esame fisico. Nella maggior parte dei casi viene segnalata una continua esposizione al sole. Il riscontro di lesioni eritematose in zone depigmentate o coperte da pelo rado, a seguito di una esposizione solare, è suggestivo di dermatite solare. Sia una diagnosi probabile, che quella definitiva, richiedono il contributo dell'istopatologia.
Terapia:
La terapia più ovvia in tutte e tre le forme di dermatite, è quella di evitare l'esposizione ai raggi solari. Si possono utilizzare dei filtri solari: si raccomandano prodotti con fattori di protezione solare elevati e resistenti all'acqua. Nella dermatite nasale si può ovviare alla depigmentazione utilizzando dei pennarelli neri oppure il tatuatore ma attenzione alla possibile reazione all'inchiostro. Reazioni ai tatuaggi possono presentarsi più frequentemente in caso di malattie autoimmuni. Per quanto riguarda la terapia medica, le lesioni solari allo stato iniziale, in qualsiasi parte del corpo possono essere trattate con corticoidi topici o sistemici. Non occorre che le preparazioni topiche siano molto potenti, l'applicazione verrà effettuata ogni 12-24 ore per la prima settimana e successivamente secondo necessità. Se per ridurre l'eritema è necessaria una terapia sistemica, in genere è sufficiente un breve ciclo
di pednisone per via orale ogni 24 ore per 3-5 giorni, che può essere continuata successivamente a giorni alterni. I casi più lievi sono stati trattati anche con il beta-carotene. Scelte terapeutiche più specialistiche sono l'ipertermia, la criochirurgia, la fotochemioterapia, la radioterapia e l'escissione chirurgica.
 

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