CHIEVO NEWS
CALCIO SERIE A - CHIEVOVERONA
Veron@quotidiano - aggiornamento del 30 novembre 2003

 
30.11.2003

Parma-Chievo 3:1 (52' Morfeo, 70' Marchionni, 74' Pellissier, 81' Gilardino)
«Oggi ho visto un Chievo che non era Chievo. Il Parma ha strameritato di vincere»


Ci risiamo. Come contro il Milan (anche se Del Neri non è d'accordo), il Chievo torna da Parma a mani vuote. Senza punti e, quel che è peggio, senza gioco. Senza almeno provarci. Come un pugile suonato, incassa i colpi e non risponde. Passivo. Inerte. Inesistente. Irriconoscibile. Una provinciale come tante, andata a Parma con l'1 fisso sulla schedina. Giusto per fare presenza...che sennò si perdeva 3:0 a tavolino. Sconfitta senza storia...ma piena di domande. Dov'è finito il Chievo? Che gli sta succedendo? Dov'è il carattere che da sempre l'ha contraddistinto? Va bene perdere, ma almeno farlo con l'onore delle armi! Ieri a Parma il solo a salvarsi, nonostante i 3 goal incassati, è stato Frezzolini (subentrato a Marchegiani infortunato)...ed è tutto dire. Il passivo poteva anche essere maggiore. E quel che più sconcerta è che il Parma non è sembrato stratosferico. Ci ha pensato il Chievo a rimetterlo in gioco per il discorso Champions League...e forse qualcosa di più.
Non accampa scuse nemmeno il mister gialloblu, fino ad oggi sempre irremovibile difensore dei suoi ragazzi. "Il Chievo ha perso perchè ha meritato di perdere. Purtroppo abbiamo perso tutti i duelli, il Parma è stato più bravo di noi e a volte bisogna avere l'onestà di ammetterlo. Quando succede di incontrare una squadra che gioca meglio e che merita è giusto dirlo, senza andare a cercare scuse. Il Parma ha meritato di vincere, niente da dire" Brucia. Eccome se brucia questa sconfitta. "E' la prima volta che perdiamo in questo modo, non giocando come sappiamo. Insomma è la prima sconfitta non da Chievo. E i motivi sono tanti. Lasciamo perdere il recupero in estremis di Morfeo; lasciamo perdere gli infortuni che fanno parte del gioco. La verità è che questa volta ci sono mancate tante cose che ci avevano sempre contraddistinto. E quando ci mancano queste cose diventiamo una squadra normale. E il Chievo non può permetterselo." Senza grinta, senza voglia, senza carattere. Senza crederci. E il 3:1 è cosa fatta.
Non meno critiche le parole dell'attaccante gialloblu Pellissier, anche oggi a segno. "Un disastro! Non so cosa sia successo. Semplicemente non eravamo il solito Chievo, una squadra capace di giocare e di tenere testa a qualsiasi avversario.Oggi invece siamo stati inferiori in tutto. Non riuscivamo a tenere testa a nessuno. Siamo andati in difficoltà subito, e lo siamo stati fino alla fine." La botta sembra di quelle che non si scordano facilmente. Come si dice in questi casi, l'importante è che serva da lezione. E che i ragazzi di Del Neri trovino presto la voglia di riscatto. Perchè una cosa sembra evidente. Il problema, più che fisico o di gioco, sembra essere mentale. "Il motivo di questa sconfitta" - continua Pellissier - " credo sia un problema a livello mentale. Forse non l'abbiamo affrontata nel migliore dei modi, e quando vai in campo in questo modo finisci per pagare. E' una situazione che ci è capitata raramente, così diventa anche più difficile spiegarlo. Ma bisogna guardare avanti." E davanti c'è la Roma. L'ultima grande (da ieri grandissima) che il Chievo deve affrontare. Di certo non la partita più facile nella quale provare a riscattare le ultime deludenti prestazioni. Ma poco importa il risultato. Ora il Chievo deve ritrovare se stesso. La sua identità perduta. Del Neri è un grande motivatore. Ma questa volta gli si prospetta un lavoro davvero difficile. Ma lui ama le sfide...staremo a vedere se vincerà anche questa.[ma.pez]


28.11.2003

Aspettando PARMA - CHIEVO
GialloBlues...brothers: passato (recente) e presente di un calcio fuori dagli schemi


Forse il parallelo è un po' azzardato...ma poi mica tanto.
Nei primi anni 90 salì alla ribalta del calcio italiano una squadra giovane, fresca, frizzante. Una squadra senza fenomeni (allora), ma piena di giovani futuri campioni che stavano muovendo i primi passi nel calcio che contava. Buffon, Cannavaro, Thuram, Di Vaio, Inzaghi, Crespo...allora solo un branco di incoscenti vincenti...oggi pilastri insostituibili delle più forti squadre al mondo. Un gruppo, prima ancora che una squadra, come ha sempre tenuto a sottolineare l'allenatore del Parma dei tempi d'oro Nevio Scala, che racconta così il miracolo emiliano. "Quando sono arrivato a Parma, una squadra senza fenomeni, al Tardini c'era una media di 3200 spetattori e l'obiettivo principale era di riempire lo stadio. Abbiamo coinvolto la città, ci allanavamo in mezzo alla gente...Il segreto era semplice: nella mia carriera non ho mai detto tu sei titolare e tu una riserva. Ho dato sempre attenzione a tutti i giocatori della rosa, in modo particolare a coloro che avevano sulla maglia dal numero 12 in su. Poi i risultati sono arrivati..." Allora era il Parma...oggi è il Chievo. E il Chievo è Del Neri e il suo gruppo. Barzagli, Semioli, Morrone, Santana, Perrotta, Amauri...bravi da spellarsi le mani tanto quanto ingenui e inesperti da strapparsi i capelli uno-a-uno. Tutti "titolabili" nessuno sicuro del posto. E soprattutto nessuna prima donna... ché protrebbe destabilizzare il gruppo. Le teste calde al Chievo prendono presto altre strade (Marazzina docet!). Altra analogia col Parma di Scala, che non esita a trovare il capro espiatorio della fine del suo ciclo vincente. "...alla fine è arrivato anche il pallone d'oro Soichkov che io non volevo e che mi ha sbilanciato lo spogliatoio: era pagato 10 volte più degli altri giocatori. Fino a quel momento ero riuscito a gestire i rapporti anche con giocatori problematici come Asprilla e Brolin, ma l'inserimento di Hristo Stoichkov, dettato da esigenze di immagine della società, è stato l'inizio della fine!" Sembra di sentir parlare oggi il Gigi friulan. "La forza del Chievo è il gruppo. E' l'unità che si crea allenamento dopo allenamento nella pace e nella tranquillità di Veronello." Ma soprattutto, aggiungiamo noi, la forza del Chievo è nella società, ancora pulita e non intaccata dalla brutture di un calcio spietato e corrotto che ha snaturato se stesso.
Domenica dunque al Tardini, l'una di fronte all'altra, il passato e il presente del vero gioco del calcio... Un passato comune...ma sinceramente speriamo in un futuro davvero diverso...altrimenti non sarebbe più el Ceò che fa innamorare il mondo pallonaro. [ma.pez]


24.11.2003

CHIEVO - MILAN 2:0 (45' e 50' Shevchenko)
Un Chievo spento cede le armi e l'onore...al Diavolo


Niente da fare. Questa volta non c'è stata storia. Al di là degli episodi. Al di là dei soliti mugugni per decisioni arbitrali forse troppo affrettate. Al di là del risultato. Questa volta al Bentegodi il Milan ha meritato. Su tutta la linea. Come gioco, come grinta, come carattere. Del Chievo neanche l'ombra. Para i colpi per un tempo...o quasi. Il fischio che manda tutti al riposo, a posteriori, risuona come il fischio finale.
Eppure Del Neri l'aveva pensata bene...almeno sulla carta. Fuori Semioli, squalificato, e Santana, non in perfette condizioni fisiche. Il mister mette dentro De Franceschi (all'esordio stagionale) e Morrone...a sorpresa Perrotta si sistema sulla fascia destra. Parte abbastanza bene il Chievo. Ma si spegne molto presto. Affonda ma non colpisce. Dida è spettatore in campo non pagante, protetto in maniera magistrale dal muro eretto dalla linea difensiva rossonera (Laursen e Nesta su tutti). Ma è a centrocampo che si decidono le sorti della partita. Un Perrotta "sballottato" da una posizione all'altra (fascia destra, centrale di sinistra, fascia sinistra) e mal supportato da un Baronio in scarsissima vena, nulla può contro la grinta e la decisione (e la furbizia) di Gattuso e Pirlo. Passano i minuti e rossoneri guadagnano metri. Anche se, a dire il vero, di tiri se ne sono visti ben pochi, da una parte e dell'altra. Al 5' l'unico vero pericolo per gli ospiti: un tiro da fuori di Lanna, che impegna (relativamente) Dida. Al 13' Marchegiani compie un mezzo miracolo su tiro da fuori di Rui Costa. Due minuti dopo è la volta di Ambrosini, fuori. Poi niente...fino all'espulsione (eccessiva) per proteste del mister gialloblu. E' la resa, possiamo dire oggi. Senza il suo condottiero il Chievo sembra incapace di reagire (benchè la partita fosse ancora sullo 0:0). Il vantaggio del Milan (gran gol di testa di Shevchenko, al suo centro n. 100) arriva a seguito di un'ingenuità difensiva di Lanna (oggi irriconoscibile). Il 2:0 pare viziato da fuorigioco, ma le riprese renderanno merito alla decisione del gardalinee. A poco servono i tentativi di correzione in corsa. Gli inserimenti di Santana, Sculli e Pinilla (per De Franceschi, Baronio e Pellissier) non hanno alcun effetto. Il secondo tempo si trascina stancamente fino al fischio finale.
Ancora una volta niente colpaccio. E questa volta non resta neanche la forza di protestare. Il Chievo di oggi è stato mediocre, poco incisivo ed eccessivamente ingenuo. L'esperienza è vero si acquista giocando...ma la partita di ieri è parsa più un passo indietro...che un passo falso. Che serva da lezione. Perdere ci sta, ma dopo i 90 minuti. Non certo prima che l'arbitro fischi. [ma.pez]



21.11.2003

ASPETTANDO CHIEVO-MILAN
Tutto questo non è un film...però ci assomiglia!


In principio fu XXX...e il Milan lasciò il Bentegodi con le orecchie abbassate e 3 gol sul groppone (Chievo - Milan 3:2 il 27.10.2002). Poi vennero Terminator 3 e Bad Boys 2. E domenica sera, ad attendere la discesa in campo delle squadre, ci saranno gli S.W.A.T., corpo speciale di polizia, la più potente e letale organizzazione ufficiale contro il terrorismo e la guerriglia urbana.
Tranquilli! Non si tratta di una misura cautelare eccezionale. E' più semplicemente l'ennesima trovata innovativa pubblicitaria del piccolo Chievo, grande come pochi altri nello stupire con iniziative fuori dal comune. L'evento rientra nell'ambito dell'accordo di sponsorizzazione Chievo-Columbia TriStars Film Italia. E domenica tocca al nuovo film in uscita della grande major di distribuzione discografica, S.W.A.T. acronimo di Special Weapons and Tactics...che tradotto in gergo calcistico suonerebbe più o meno così: Chievo Sembra Waterloo...e Tanti saluti al Milan. Fossimo in Ancelotti non dormiremmo certo sonni tranquilli. Anche le trame dei film sembrano scorci di vita ripresi a Veronello.
XXX: una storia muscolare e adrenalinica, che ha per protagonista un agente segreto di nuova generazione, specialista in sport estremi e poco politicamente corretto. Che dire. Una descrizione più precisa di mister Del Neri risulta difficile pensarla.
S.W.A.T.: Narra le vicende di un corpo speciale della polizia di Los Angeles formatosi per risolvere situazioni di grave crisi. Dal duro addestramento, al rapporto maestro/allievo, senza contare inseguimenti, mosse segrete e strategie psicologiche...ci sono tutto gli ingredienti per un vero film d'azione. Si scrive L.A. si legge Veronello.
Tu chiamale se vuoi...coincidenze. Sta di fatto che i rossoneri arrivano al Bentegodi con precedenti non certo confortanti (a parte un 5:2 in coppa Italia, ma quella fu una partita a sè...). In campionato contro il Chievo hanno vinto una sola volta, a San Siro, nel campionato d'esordio in A dei gialloblu...e tutti sappiamo come andò quella partita! Da parte sua il Chievo sta cercando il primo colpaccio della stagione contro una grande. Per la legge dei grandi numeri l'appuntamento con la vittoria si avvicina ad ogni partita che passa. Che sia questa la volta buona? Del Neri non lo dice, ma lo spera. «Stiamo bene. Stiamo crescendo di partita in partita. Siamo carichi. Non siamo presuntuosi, ma di certo in campo non andiamo per perdere. E il colpaccio prima o dopo arriverà!» Augh! grande capo...e buona visione a tutti! [ma.pez]


12.11.2003

PELLISSIER, un nome una garanzia...


PROVVIDENZIALE: oggi come ieri, l'equazione "pellissier in campo= risultato della partita", è praticamente sempre positiva
ENTUSIASMANTE: le sue scorribande in velocità nelle aree avversarie fanno scattare tutti dalla seggiolina dello stadio
LODEVOLE: come tutti i ragazzi di Del Neri, per la professionalità con la quale ha sempre accettatto le dicisioni del mister, in attesa dell'arrivo del suo treno
LANCIATO: alla conquista di una maglia da titolare che sembra disegnata apposta per lui
INCENSURATO:...nononstante la sua licenza di abbattere ogni tentativo di difesa avversario
SCOSTANTE: come del resto lo sono tutti gli artisti
SIMBOLO: dello stile Chievo, della forza del gruppo, dell'umiltà dei ragazzi gialloblu, che danno l'anima a Veronello come negli stadi di tutta Italia, pronti a scendere in campo come pure ad accomodarsi in tribuna...con la stessa serenità
INCONTENIBILE: nella sua gioia per la prima doppietta in Serie A
ENNESIMA scommessa vinta dal Chievo
RITORNATO:...e sinceramente non vedevamo l'ora! [ma.pez]


09.11.2003

SIENA-CHIEVO 1:2 (28' e 48' Pellissier, 76' Chiesa)
Chievo avanti tutta...decimato ma vincente.


Credevamo di aver visto tutto. Credevamo che peggio (di Messina) non si potesse fare. Credevamo...e invece! E invece Tombolini, quarto uomo nella partita contro l'Inter, dimostra di aver imparato la lezione. Messina aveva espulso il portiere? Lui fa di meglio e lascia il Chievo in 9, con 40 minuti da giocare. Quando si dice l'allievo che supera il maestro. Ma contro questo Chievo è tutto inutile. Cambia, mischia le carte, inventa, ma il risultato non varia. Vince e convince. E ritrova il posto che oramai gli compete, grande tra le grandi.
La partita è una sinfonia gialloblu. La carta a sorpresa (Pellissier) giocata da Del Neri, si è dimostrata ancora una volta vincente. L'asso nella manica che ha trasformato un'insidiosa trasferta in una campagna di conquista. 2 gol in 48 minuti, e la pratica Siena poteva considerarsi conclusa. Ma...c'è sempre un MA. L'espulsione di Semioli prima (per doppia ammonizione) e di D'Anna poi (fallo da ultimo uomo...così pare) riaccendono gli animi, in campo e sugli spalti. Il gioco si fa duro...e i duri iniziano a giocare. Con il cuore. Con la grinta. Con l'ultima goccia di energia che gli è rimasta in corpo. 8 leoni in campo. 1 gigante in porta (Frezzolin). E anche il rigore di Chiesa passa senza colpo ferire.
Terza vittoria consecutiva in trasferta. 14 pt e 6° posto in classifica. Il modo migliore per affrontare la sosta, in attesa di un trittico di partite niente male: Milan, Parma e Roma. Ovvero il Chievo contro il gota del calcio. E a tremare, visti i precendenti, non saranno certo i gialloblu. Anche se Del Neri, laconico nella sua ironia ammette: «Con l'Inter abbiamo giocato in dieci, con il Siena i nove, con il Milan non vorrei giocare in otto...» [ma.pez]


6.11.2003

...E SE LA MACCHINA PERDE IL "MOTORE"?


Immagina la Ferrari campione del mondo. Immagina il suo imbattibile pilota. Immagina la squadra, la scuderia...gli artefici della leggenda rossa. E' lì, davanti a tutti. Un trinomio ineguagliabile. Vincente. Ed ora immagina che il pilota abbandoni la sua compagna di viaggio. E immagina pure che la squadra (ingegneri e meccanici) decida di cercare fortune altrove... La macchina, senza pilota e motore, benché consapevole della propria forza...accuserebbe il colpo.
Sarebbe come dire: dato il trinomio Chievo-Del Neri-Sartori e verificato che, per ogni variabile considerata (serie C, serie B, serie A...), il risultato è sempre vincente, togliete 2 elementi alla triade...e il giocattolo rischierà di incepparsi. Del Neri, il capitano, il pilota di questa macchina spettacolare, sembra oramai destinato ad occupare la panchina di un grande club (nonostante ribadisca di continuo che lui una grande la allena già). Ma a queste voci oramai, al Chievo, ci hanno fatto il callo. Ciò che destabilizza è l'insistenza delle notizie, non confermate dall'interessato, che danno per sicuro partente (destinazione Parma) il direttore sportivo Giovanni Sartori. Il motore del Chievo. L'artefice di molte vittorie (a livello di mercato). Lo scopritore di talenti. Perrotta, Legrottaglie, Corradi, Luciano...e probabilmente Santana, Semioli, Barzagli, Amauri. Giocatori sconosciuti, oppure visti e scartati dalle grandi...intente a setacciare l'Europa in cerca del top, ma spesso costrette a gestire un flop. Giocatori che hanno grinta, tenacia, voglia di giocare per la maglia che indossano. Gente motivata. Uomini, prima ancora che calciatori. E' questa la forza del Chievo. La filosofia che da anni contraddistingue la matricola gialloblu. Ma soprattutto c'è lui dietro ai successi dei Chievo. Giovanni Sartori, ieri giocatore senza troppe pretese...oggi Direttore "preteso" dai grandi club. Da molti oramai considerato il migliore nel suo ruolo. Definirlo il Moggi delle piccole non sembra per nulla azzardato. "Senza Giovanni non potrei stare" disse in tempi non sospetti il presidente Campedelli. Fu sua l'intuizione di nominarlo, allora giovanissimo, Direttore Sportivo. Toccherà ancora lui probabilmente stringergli per primo la mano, quando prenderà le valige per tentare la fortuna nel calcio che conta.[ma.pez]


5.11.2003

ROBERTO BARONIO...ovvero, uno nessuno e centomila


«L'idea che gli altri vedevano in me uno che non ero io quale mi conoscevo; uno che essi soltanto potevano conoscere guardandomi da fuori con occhi che non erano i miei e che mi davano un aspetto destinato a restarmi sempre estraneo, pur essendo in me, pur essendo il mio per loro (un "mio" dunque che non era per me!); una vita nella quale, pur essendo la mia per loro, io non potevo penetrare, quest'idea non mi diede piú requie.»

Così scriveva Pirandello nel 1926...così, se l'avesse scritto, potremmo leggere nelle pagine più recenti del diario del rinato regista gialloblu...da anni oramai alla ricerca di se stesso.
Giovannissimo talento del Brescia di Lucescu, esordisce in Serie A a 17 anni. La strada verso il successo sembra in discesa. I paragoni si sprecano e le grandi fanno a gara per prenderlo. Fantasista puro, abile nel lancio smarcante, uomo assist e finalizzatore di precisione, per la modica (oggi!) cifra di 6 miliardi finisce alla corte del Presidente Cragnotti. Poteva essere l'inizio della sua ascesa nell'Olimpo del calcio...ha rischiato invece di trasformarsi in un incubo senza fine. L'ennesima favola incompiuta del calcio moderno. Ma grazie a Tardelli, e ad una ruota che si è messa a girare nel verso giusto, Baronio diventa una pedina fondamentale nello scacchiere dell'Under 21. Regolarmente convocato, ritrova smalto e soprattutto fiducia...che gli consentiranno di esplodere definitavamente in serie A, prima con la Reggina nella stagione 1999/2000 (31 presenza, 3 goals) e poi nella Lazio, la stagione seguente (12 presenze). Di lui si ricomincia a dire un gran bene. Viene indicato oramai come il grande regista che manca da tempo al calcio italiano, e di riflesso anche nella Nazionale. Ma la fortuna ancora una volta gli gira le spalle. Prima Firenze e poi Perugia (dove il presidente Gaucci non lo fa giocare "perchè porta male") sembrano porre la parola fine ai suoi sogni di gloria.
Ma all'improvviso ecco bussare alla sua porta il Chievo, nella persona di Giovanni Sartori. Baronio, di proprietà della Lazio, piace a Del Neri, maestro nel rilanciare talenti (vedi Perrotta, svenduto dalla Juve...ed ora dalla stessa intensamente corteggiato); Corradi, a metà tra Chievo e Lazio, piace sempre più a Mancini...e il gioco è fatto. Baronio rientra nell'affare Corradi. A luglio si presenta alla corte gialloblu preceduto da molte aspettative...e atteso da un compito non facile: sostituire Genio Corini. Il giorno della presentazione della squadra riceve le chiavi del centrocampo gialloblu...chiavi prontamente restituite qualche mese dopo al più svelto e pronto Zanchetta. Sembrava l'ennesima beffa ai suoi danni...ma la tenacia che lo contraddistigue ha avuto la meglio. Quelle chiavi, domenica sera, sono ritornate saldamente nelle sue mani. Il treno è passato...lo aspettava da una vita. Non poteva perderlo. E come scrisse Pirandello, a conclusione del suo romanzo:

«...e io rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero...»[ma.pez]


02.11.2003

CHIEVO-INTER 0-2 (64'Vieri, 68' Recoba)
Messina...ops! Missione compiuta Zac!


Poca fatica vincere 11 contro dieci. Poca fatica essere l'Inter, e godere dei favori (consapevoli o meno) della terna arbitrale. Poca fatica...e il pronostico è rispettato.
Lascia l'amaro in bocca la partita di questa sera al Bentegodi che ha visto fronteggiarsi la nuova Inter di Zaccheroni con la bestia nera Chievo. Non avevano certo bisogno di favori i nerazzurri...eppure, fino al famigerato minuto 34', di occasioni non ne avevano creato molte. Partita equilibrata. Chievo ben messo in campo, con la sorpresa Baronio lì in mezzo, a dar man forte a Perrotta, quasi imbarazzante nella sua costante perfezione (anche oggi migliore in campo). Occasioni da una parte e dall'altra. Il Chievo affonda sulle fasce, dove Semioli e Santana si scambiano continuamente la posizione. L'Inter si affida invece alle incursioni centrali di un Vieri musone e imbronciato...ma furbo quanto basta. Ti aspetti la giocata di un campione, un numero estratto dal cilindro magico. E invece...prima assisti ad una mancata espulsione di Almeyda (al quale Messina risparmia gli spogliatoi...pur avendo ricevuto un caloroso invito a recarsi a quel paese!), e poi d'improvviso vedi ergersi su tutti una figura sconosciuta: è lui il protagonista dell'incontro. Tale signor Maggiani, guardalinee che ha fretta di far carriera... Ad azione conclusa, e con la palla che oramai orbita in altri spazi, pensa bene di richiamare l'attenzione dell'arbitro su un'uscita di Marchegiani...di 1 minuto prima. "Non discuto la correttezza o meno del provvedimento arbitrale, quanto piuttosto il ritardo con cui il direttore di gara è intervenuto" commenta Del Neri in conferenza stampa. Nessun altro commento, anche se è chiaro che a quel punto la partita è finita. L'espulsione del portiere gialloblu ha condizionato il resto della gara. Fuori Amauri, dentro Frezzolin, al suo esordio. Il Chievo regge per mezzora...riesce pure a presentarsi pericolosamente dalle parti di Toldo, ma senza colpo ferire. E inevitabile, puntuale arriva il gol dell'Inter. Di Vieri. Di testa. In sospetto fuorigioco...ma questo non fa più notizia, visto il tenore dell'arbitraggio odierno. 0-1 e arrivederci a San Siro. Il Chievo molla. I milanesi spingono sull'onda dell'entusiasmo (anche se a dire il vero Vieri non ha esultato), e 4 minuti dopo Recoba infila il gol del raddoppio. 0-2 e partita finita. Del Neri prova la carta Pellissier, al quale va il merito di credereci e di provarci fino all'ultimo. Ma questa era una partita segnata. Sulla carta...prima ancora che sul campo. Il fischio finale giunge liberatorio...la farsa è finita. Tutti sotto le docce. Appuntamento a San Siro dove il Chievo spera di giocarsela 11 contro 11. [ma.pez]


28.10.2003

ASPETTANDO CHIEVO-INTER
Chievo 11 pt, Inter 10 pt...le premesse non sono niente male!


Partitissima al Bentegodi. Domenica infatti, in posticipo alle 20:30 per questioni televisive, il Chievo riceve l'Inter di Moratti. E lo fa a modo suo... con un punto in più in classifica. Ha il suo bel da fare il mister gialloblu a smorzare gli entusiasmi. "Noi dobbiamo guardarci alle spalle. Non dobbiamo fare la corsa sull'Inter, o sulla Juve. I nostri obiettivi sono altri. Raggiungiamo la salvezza e poi si vedrà." Lo predica da sempre questo ritornello il Gigi friulano...ma oramai a crederci sono rimasti in pochi. Di certo non gli interisti, che contro il Chievo di gioie (e punti) ne hanno raccolti ben pochi. "Non sarà facile per nessuno uscire indenni dal Bentegodi" ha detto il mister sabato sera, dopo la vittoriosa trasferta di Empoli. "A Verona sono passate una grande (Juve), una quasi grande (Sampdoria) e una pari livello (Perugia). E il Chievo ha riportato una sconfitta non del tutto meritata, un pareggio e una vittoria schiacciante. Con il massimo rispetto per tutti, ma sul terreno di casa venderemo cara la palle..più che altrove."
Avversario avvisato...mezzo salvato. Anche se l'Inter di questi tempi di gatte da pelare ne ha parecchie. Non ultima la contestazione dei tifosi, che ha fatto arrabbiare non poco il presidente Moratti che, complice anche un provvidenziale mal di denti, ha lasciato anzitempo lo stadio di San Siro domenica sera. L'ambiente non è tranquillo. Anche il cambio di allenatore non sembra aver prodotto gli effetti sperati, per lo meno non nei confronti dei mugugni della tifoseria. "11 bambini viziati" si leggeva su uno striscione in curva prima della partita interna contro la Roma di 3 giorni fa. E' chiaro che 14 anni all'asciutto di vittorie cominciano a farsi sentire. Toccherà a Zaccheroni spezzare la striscia negativa.
Insomma, i presupposti per una grande partita ci sono tutti. Entrambe le squadre hanno ripreso oggi la preparazione. Dunque...che la sfida abbia inizio! [ma.pez]


25.10.2003


EMPOLI-CHIEVO 0-1
(22' Amauri)
Ma Del Neri pensa solo alla salvezza

Ottimo risultato del Chievo in trasferta che nell'anticipo del sabato ha vinto per 1-0 in quel di Empoli.
Sulla panchina dei toscani esordiva Attilio Perotti, ex dell'Hellas; Perotti sperava in un risultato positivo, ma il gol di Amauri ha fiaccato morale e capacità di reazione della squadra di casa.
Gigi Del Neri dal canto suo non si scompone invita come sempre la sua squadra a restare con i piedi per terra. "Sono felice soprattutto per i giocatori, che meritano il palcoscenico della serie A. Però non dobbiamo scordarci il nostro obiettivo che resta la salvezza". Domenica prossima arriva l`Inter. "I nerazzurri sono più forti del Chievo e in questo senso la gara sarà più semplice dal punto di vista psicologico".

 
 
24.10.2003

Aspettando EMPOLI-CHIEVO


Partita a rischio quella che aspetta il Chievo domani sera al Castellani di Empoli. I toscani, reduci dall'esonero dell'allenatore Baldini, saranno carichi di motivazioni e di voglia di riscatto al punto da rendere davvero ostico l'impegno dei gialloblu. "Sarebbe stata dura comunque, anche con Baldini in panchina" precisa mister Del Neri, ex non-ex dell'Empoli. "Se andiamo ad analizzare i giocatori uno per uno, l'Empoli è davvero una buona squadra. Ma noi non dobbiamo cercare alibi. Andiamo là per vincere, come sempre del resto. Pur rispettando l'avversario, noi cercheremo di fare la nostra partita, anche e soprattutto per recuperare i punti che abbiamo lasciato per strada in questo inizio di campionato". Non è presunzione quella del mister gialloblu. Piuttosto consapevolezza dei propri mezzi, coscienza delle proprie potenzialità. Lo ripete dal ritiro estivo: "Questo è, tecnicamente, il gruppo più forte che abbia mai allenato. Certo, pecchiamo un po' di gioventù, ma sarà solo l'esperienza, il gioco a far maturare la squadra. E soprattutto in partite come quelle di sabato, sarà importante saper tirar fuori gli attributi. Contro l'Inter, la Juve, il Milna, non c'è bisogno di trovare le motivazioni per scendere in campo. Quelle ci sono già in partenza. Ma è contro squadre come l'Empoli, la Sampdoria che bisogna mettere in campo tutta la grinta e il carattere di cui si dispone". Parole chiare quelle del Gigi friulano, che probabilmente non ha ancora completamente digerito il passo falso di domenica contro i blucerchiati. Quei punti lasciati indietro farebbero comodo, anche se non ne fa un dramma. "Al mio bilancio mancano un paio di punti, e forse sono soprattutto quelli persi contro Juve e Lazio. Due punti in più, per come abbiamo giocato, dovremmo averli".
Ma il passato è passato. Bisogna andare avanti. E avanti adesso vuol dire Empoli...e Attilio Perotti. L'ex allenatore dell'Hellas torna in pista, pronto a riscattare il deludente inizio di stagione dei toscani. "Sono contento per Perotti" ammette del Neri. "Ha esperienza e soprattutto sa come affrontare situazioni delicate. Ma il Chievo, col massimo rispetto per tutti, non guarda in faccia a nessuno. Andiamo ad Empoli per fare la nostra partita, per cercare di migliorarci, di fare ulteriori passi avanti. Aggressività, cattiveria e tranquillità nella gestione dei palloni caldi, saranno gli ingredienti per provare a fare qualcosa di buono".
Dal punto di vista della formazione sembra ipotizzabile un cambiamento...forzato. Causa distorsione alla caviglia destra Amauri potrebbe lasciare il posto a Pellissier, uomo-vittoria lo scorso anno...spettatore d'eccezione in questo inizio di stagione. "Ma il treno passerà per tutti" ripete il mister. "Sta a loro farsi trovare pronti". E allora Sergio tocca a te...il mister non vede l'ora di trovarsi con problemi...di abbondanza. [ma.pez]


19.10.2003

CHIEVO-SAMPDORIA 1:1 (23' Amauri, 58' Diana)
Un po' per uno....non fa male a nessuno.


La partita che non ti aspetti. I 3 punti già in cassaforte, che per poco non ti vengono interamente scippati. Un tempo da Chievo, esaltante, frenetico, sbarazzino, vincente; l'altro anonimo, inconcludente, stanco...e pericoloso. Eh sì!, perchè i blucerchiati, annichiliti e schiantati dalla supremazia del Chievo nel primo tempo, nella ripresa scendono in campo più determinati...e poco ci manca che il colpaccio riesca.
Pronti via, e già al secondo minuto il portiere Antonioli è costretto a sventare al volo in angolo un tiro beffardo del brasiliano gialloblu Amauri. E' lui il protagonista indiscusso del primo tempo. Una triangolazione di prima in velocità Lanna-Amauri-Lanna confenziona un pallone invitante per il destro al volo di Semioli. Il tiro è purtroppo centrale. Si vede un po' di Samp (un tiro tentato da fuori di Doni), ma è ancora Amauri ad impensierire la difesa di Novellino con un tiro dal limite. E' il preludio al goal. Infatti, dopo un errore gratuito di Doni (palla schiacciata fuori di testa da pochi passi), il Chievo passa in vantaggio. Goal sbagliato, goal subito, recita un leit motiv del calcio. L'azione si sviluppa sulla destra con Santana, che calibra un perfetto assist per Amauri che con una perfetta girata infila di destro l'incolpevole Antonioli. Sono felicissimo per questo goal - ha detto il brasiliano a fine partita in sala stampa. Il primo nel Chievo, il secondo in serie A. Ma grande merito va a Mario (Santana) che ha fatto una grande giocata, dandomi una palla che non potevo sbagliare. E il premio come miglior giocatore è il coronamento di una partita giocata bene da tutti. Resta solo il rammarico per non aver chiuso prima la partita, lasciando alla Sampdoria la possibilità di acciuffare il pareggio.
In effetti, se un rilievo è da fare alla squadra di Del Neri, è proprio quello di non aver chiuso la partita nel primo tempo, sprecando le molte e ghiotte occasioni capitate sui piedi degli attaccanti. Zanchetta, Santana, ancora Zanchetta, Semioli, creano scompiglio nell'area avversaria, ma senza colpo ferire. Dovevamo essere più cattivi ammette il mister. Se fosse entrata la palla di Semioli ad inizio ripresa non ci sarebbe stata più storia. Alla fine ne è uscito un pareggio giusto, che però non accontenta nessuno. Il Chievo ha cambiato molto, non dimentichiamolo. Ben 5 giocatori della formazione di oggi lo scorso anno giocavano in serie B. Manca solo un po' di esperienza. Probabilmente la palla capitata a Pinilla all'87° in serie B sarebbe stato un goal sicuro. Ma in serie A ci sono portieri più bravi, e agli attaccanti è richiesta un po' di freddezza in più. Quella concretezza che solo l'esperienza ti può dare.
Pretende serenità di giudizio il mister gialloblu, e ne ha ben donde. Il Chievo cambia faccia, ma non fisionomia. Cambiano gli uomini, ma il gioco è lo stesso. E' inevitabile qualche errore di ingenuità, ma le qualità della squadra non si discutono. Come conferma una voce super partes, Novellino, mister blucerchiato: Siamo riusciti a strappare un punto contro una grande squadra. Il Chievo cambia e cambia, ma alla fine gioca sempre a memoria. E non mi sembra di esagerare dicendo che merita ben più della classifica che ha.
Tornando alla cronaca, non resta molto da dire. Nel secondo tempo succede ben poco. Il pallino del gioco passa nelle mani degli ospiti che, approffittando di un'ingenuità difensiva, liberano Diana al tiro che di destro (il suo piede) trafigge Marchegiani, mettendo il pallone dove nessuno poteva arrivare. In mezzo ad un festival degli errori e ad una pioggia di cartellini gialli (Carrozzieri, Doni, Santana e Moro) è da segnalare un'occasionissima per parte. Marazzina prima (bella girata al volo, sarebbe stato un eurogoal) e Pinilla poi (uno contro uno sparato addosso al portiere, come con la Juve) sprecano la palla che sarebbe valsa i 3 punti. Bisogna però sapersi accontentare. Per come sono andate le cose, chiunque avesse perso, avrebbe avuto di che lamentarsi. Giusto così dunque, anche se all'appello mancano almeno un paio di punti. Parola di Gigi Del Neri. E se lo dice lui, siamo certi che vorrà riprenderseli il prima possibile. Empoli avvisato...[ma.pez]


12.07.2003

SERIE A - CHIEVO atto terzo

Verona. Hotel Leopardi. Ore 11:30. Inizia ufficialmente l'avventura numero 3 del ChievoVerona in serie A. Facce vecchie e nuove. Volti noti. giovani rampanti...e nonnetti d'esperienza...C'è quanto basta per ricreare quel mix vicente che ha contraddistinto il Chievo degli ultimi anni.

L'entusiasmo è semrpe lo stesso. Qualche volto un po' imbronciato (Corini, Perrotta e Moro) passa quasi inosservato. Del resto la filosofia del Chievo è chiara: essere un trampolino verso le grandi squadre. Ed eccoli allora i nuovi saltatori giunti alla corte di Del Neri: Baronio, Pinilla, Marchegiani, Sculli, per nominarne alcuni. Ce n'è per tutti...per tutti i gusti. Da ex enfant prodige in cerca di riscatto (Baronio), a navigati campioni giunti in riva all'Adige per chiudere dignitosamente una lunga carriera personale (Marchegiani). Da giovani promesse pronte a riconfermare quanto di buono fatto nella scorsa stagione (Sculli), a giovanissimi attaccanti in cerca di consacrazione (Pinilla). A fare da collante, un'ossatura consolidata...che un bizzarro calciomercato aperto fino al 30 agosto (!?!) potrebbe privare dei suoi elementi cardine. Oltre alle partenze, quasi certe, di Corini (Palermo?) e Perrotta (Parma o Juventus, con Brighi sul piatto della bilancia), restano da definire alcune situazioni ancora aperte. Continuano infatti le trattative per l'eventuale cessione di Lanna e Moro (Parma?)...Sarà un'estate caldissima per il Direttore Sportivo Giovanni Sartori, guru del mercato estivo, che ha fatto di tutto per consegnare a Del Neri una rosa quanto più possibile definitiva alla prima di oggi. La sensazione è che non ci sia riuscito...e che il Chievo del prossimo campionato sarà abbastanza diverso da quello convocato oggi...
Non a caso, un Del Neri rilassato abbronzato e molto carico, ha parlato di anno zero...non foss'altro che per il cambio dell'uomo cardine, il regista, colui che detta ritmi e schemi in campo. Nuovo tenutario delle chiavi del centrocampo gialloblu sarà infatti Roberto Baronio, classe 1977, ex promessa del calcio italiano, reduce da 2 anni non proprio esaltanti. Molto diverso da Genio Corini, abilissimo tecnicamente, giunge a Verona in cerca di riscatto...proprio quello che il Chievo offre da sempre su un piatto d'argento.
Intorno a lui una squadra ancora con molti interrogativi...molte figurine sono ancora da scartare e incollare sull'album 2003/2004. Andiamo per ordine. Quasi scontata la presenza tra i pali di Luca Marchegiani; azzardabile la coppia d'attacco titolare con Cossato e Sculli in vantaggio sui vari Pinilla e Pellisier. Tutte da inventare le linee arretrate. Salvo miracoli di Sartori (per altro non nuovo a grandi colpi) l'unico reduce della difesa dello scorso anno dovrebbe essere capitan Lorenzo D'Anna. (Legrottaglie alla Juve, Moro e Lanna con le valigie già in mano...) Stesso discorso vale per il centrocampo dove l'unica certezza è appunto il neoacquisto bresciano. Per il resto è tutto da decidere. Franceschini e De Franceschi hanno dimostrato di poter giocare indifferentemente su entrambe le fasce...ma come ripete Sartori "il Chievo cerca un esterno destro...non uno che si adatti al ruolo". 6 maglie dunque...e 1000 dubbi!
Ma un'unica certezza: il Chievo guarda avanti. Al presente...per continuare a scrivere un futuro di successo. Ha dimostrato in questi 2 anni di non temere partenze importanti...Non si piangerà addosso certamente quest'anno. "Riconfermarsi sarà il nostro obiettivo. Salvezza subito...e poi si vedrà. Certo è che se ci salviamo per il terzo anno consecutivo...bhe allora potremo davvero cucirci il nostro personale scudetto sul petto!" Parola di mister Del Neri...e se lo dice lui, c'è da crederci.
Unica voce fuori dal coro, quella del ragionier Fiumi, oramai prossimo alla pensione. "Io sto per andare in pensione. Mi resta un sogno da realizzare...Tornare qui tra un anno, per dieci giorni...il tempo necessario per iscrivere il Chievo alla Champions League"...e nasce spontaneo l'applauso...come a dire "Non è vero...ma ci credo!" Del resto sognare non costa nulla...e in riva all'Adige, da qualche anno, si narrano storie di grandi sognatori...
E allora buon campionato a tutti...che l'avventura abbia inizio! [ma.pez]
           

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