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Veron@ quotidiano - edizione del  07 novembre 2001

 
Sironi: Ciampi invitato a cantare l'inno nazionale a Verona
Nell'Arena di Verona a cantare l'inno di Mameli con i bambini delle scuole materne, elementari e medie del comune. E' questo l'invito rivolto, per la prossima primavera, al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
L'iniziativa è del sindaco di Verona, Michela Sironi, che ieri ha scritto al capo dello Stato per informarlo sul progetto 'Note d'Italia', che mira a incentivare nei giovanissimi veronesi il senso di appartenenza alla nazione e a favorire la scoperta e la conoscenza del patrimonio musicale italiano.
Il progetto è articolato in tre sezioni che variano secondo il tipo di scuola. I tempi di attuazione vanno dalla metà di novembre 2001 a aprile 2002. L'iniziativa prevede un epilogo in Arena con protagonisti i bambini, l'orchestra di Verona e, come spera la Sironi, il presidente Ciampi.
 
Rapine: arrestati due veronesi che aggredirono cingalese
Nella notte tra venerdì e sabato avevano aggredito e rapinato un cittadino extracomunitario fuori da una nota discoteca di Verona, ma sono stati arrestati dai carabinieri.
Il 19enne Francesco Perri, operaio nativo di Crotone ma residente a San Martino Buonalbergo e il 17enne P. L., studente di Verona, avevano teso un vero e proprio agguato a un cingalese di 32 anni.
Intorno alle 4:20, all'esterno dell'Alter Ego Club di via Torricelle, i due avevano sbarrato la strada con la loro auto alla Fiat Tipo su cui viaggiava lo straniero. Dopo averlo fatto uscire dalla vettura, lo hanno malmenato, rubandogli il portafoglio, con circa 500 mila lire, e il telefono cellulare.
I malviventi, però, sono stati intercettati poco dopo dai carabinieri, che li hanno trovati in possesso anche di un secondo telefonino e di un'autoradio, rubati poco prima nel parcheggio del locale.
Le accuse per gli arrestati sono quindi di rapina e ricettazione.
La vittima dell'aggressione guarirà in 15 giorni.
   
Elettrosmog: proposta DS di modificare la fascia di rispetto 
Gli stabili già edificati nelle zone di rispetto dagli elettrodotti potranno essere modificati, ristrutturati o ampliati, purché le modifiche non comportino un avanzamento del corpo edificato verso i cavi degli elettrodotti: è quanto prevede il progetto di legge presentato dai consiglieri regionali diessini di modifica della legge regionale 27/1993 sui campi elettromagnetici generati da elettrodotti. "Con la nostra proposta –spiegano i DS – si va a far chiarezza sui dubbi interpretativi in merito alla fascia di prevenzione e rispetto prevista dalla legge regionale di otto anni fa attorno agli elettrodotti. La legge vieta le nuove destinazioni residenziali all'interno di tale fascia, ma non dice nulla di specifico sugli edifici già esistenti. Ciò ha consentito alle amministrazioni comunali di adottare comportamenti diversi riguardo i normali interventi di manutenzione e recupero".
   
Edilizia scolastica: 6 miliardi per Verona
Il piano di riparto di oltre 37 miliardi, che vanno a finanziare un centinaio di interventi di edilizia scolastica, è stato pubblicato ieri sul Bollettino Ufficiale della Regione. Si tratta dei fondi assegnati dallo Stato per il 2001 in attuazione della legge n. 23 del 1996. Nell'assegnazione dei fondi è stata operata una distinzione tra gli edifici delle scuole superiori, di competenza delle Province, e quelli per le materne e le scuole dell'obbligo di proprietà dei comuni. Il piano è stato trasmesso al ministero della pubblica istruzione per avere il via libera all'erogazione dei mutui, a cui provvederà la Cassa Depositi e Prestiti, con oneri a totale carico dello Stato. Gli importi sono i seguenti: in provincia di Belluno 2 miliardo 886 milioni; in provincia di Padova 6 miliardi 999 milioni; in provincia di Rovigo 3 miliardi 76 milioni; in provincia di Treviso 6 miliardi 51 milioni; in provincia di Venezia 5 miliardi 753 milioni; in provincia di Verona 6 miliardi 435 milioni; in provincia di Vicenza 6 miliardi 391 milioni.
Turismo: i centri minori chiedono deroghe sugli orari
E' l'obiettivo della proposta di legge regionale presentata dal Consiglio provinciale di Verona. Con un unico articolo la proposta mira a modificare la legge regionale 62/1998 in materia di "individuazione dei comuni a prevalente economia turistica e delle città d'arte ai fini delle deroghe agli orari di vendita". L'iniziativa legislativa della provincia di Verona chiede la "flessibilità" oraria degli esercizi commerciali per 19 frazioni o centri minori del proprio territorio (Fane, Prun, Torbe, Mazzano, Montecchio, Spiazzi, Selva di Progno, Campofontana, San Bortolo, Giazza, Santissima Trinità, San Valentino, Sant'Andrea, Sprea, Cogollo, Molina, Breonio, Rosaro, Bolca), che appartengono a otto comuni che non beneficiano delle agevolazioni turistiche previste dalla legge regionale in quanto hanno il capoluogo situato sotto i 600 metri di altitudine oppure in quanto non dotati di strutture ricettive significative. Secondo la proposta della provincia veronese, "la deroga agli orari di vendita nelle zone montane è prevista agli esercizi con fatturato imponibile Iva inferiore a 300 mila Euro".
 
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Assistenza: firmato accordo Regione-sindacati per sistema integrato
Protocollo d'intesa tra Regione, Segreterie confederali CGIL-CISL-UIL e Segreterie Pensionati del Veneto per realizzare di comune accordo un sistema integrato di interventi e servizi sociali nel territorio regionale, sulla base di quanto stabilisce la legge quadro 328 del 2000. "Sia la Regione che le organizzazioni sindacali riconoscono che la legge quadro costituisce per il Veneto un'importante opportunità di verifica, di aggiornamento e riqualificazione delle attuali prestazioni sociali che superi la settorializzazione e l'assistenzialismo puntando a prestazioni di carattere universalistico. Su questa base, la Regione Veneto e i Sindacati hanno concordato una serie di azioni. La prima è relativa alla concertazione e si propone, tra l'altro, di costituire un tavolo regionale che si confronti sull'attuazione della legge regionale che riporterà in un unico Testo organico per le politiche sociali le decine di leggi e leggine ora vigenti. Le altre azioni prevedono: di realizzare un governo unitario ed omogeneo delle politiche sociali, puntando a un forte coordinamento istituzionale, legandolo anche al nuovo statuto regionale; di determinare la spesa sociale individuando una percentuale del fondo sanitario da destinare annualmente alle attività extraospedaliere, correlando entità del fondo sociale regionale e degli enti locali con il P.I.L. regionale; di riqualificare le Ipab in aziende pubbliche di servizi alla persona; di prendere in carico in modo integrato le diverse scelte di intervento a favore della persona e/o della famiglia, predisponendo progetti personalizzati da parte del sistema dei servizi, anche in considerazione delle trasformazioni attuali della famiglia; di riconoscere il valore professionale e i diritti del lavoro e contrattuali degli operatori socio-sanitari; di investire sull'esperienza del delegato sociale, come soggetto che promuove condizioni positive nei luoghi di lavoro.

 
 
 
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